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Palazzo Galeano lancia un’edizione curata da Gabriella Rebello Kolandra che esplora nuovi territori espressivi. A inaugurare il programma l’artista toscana
- Nicoletta Biglietti
- 03 aprile 2025
- 00’minuti di lettura


«Dara’a, Syria, February 16, 2011, 3 a.m. (2024)»
Margherita Moscardini trasforma Platea in un organismo vivo
Palazzo Galeano lancia un’edizione curata da Gabriella Rebello Kolandra che esplora nuovi territori espressivi. A inaugurare il programma l’artista toscana
- Nicoletta Biglietti
- 03 aprile 2025
- 00’minuti di lettura
Nicoletta Biglietti
Leggi i suoi articoliUno spazio che si apre, una prospettiva che si inverte e un palinsesto che si rinnova: Platea | Palazzo Galeano lancia «Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry», un’edizione curata da Gabriella Rebello Kolandra che esplora nuovi territori espressivi.
Il primo appuntamento è con «Super Super», personale di Margherita Moscardini (Donoratico, Li, 1981), realizzata in collaborazione con la Galleria Gian Marco Casini; si articola in due produzioni inedite: la prima sarà visibile nella vetrina di Palazzo Galeano fino al 15 giugno, la seconda sarà inclusa nella mostra «Essere fiume/To Be a River», organizzata dal Comune di Lodi presso Spazio 21, fino al 21 giugno.
L’opera di Moscardini sfida le convenzioni espositive, trasformando la vetrina di Platea in un organismo vivo. Per la prima volta lo spazio diventa accessibile, annullando la distanza tra artista e spettatore. Il vetro che separa diviene soglia da attraversare; un gesto di apertura, inclusione e relazione che trasforma il visitatore in parte attiva dell’opera, che lo pone in dialogo con la materia e la memoria dei luoghi. Un rovesciamento di visione e percezione, dunque, che si inserisce nella ricerca più ampia che Moscardini porta avanti da anni. I suoi progetti pluriennali si radicano in contesti segnati da mutamenti e tensioni e restituiscono lo spazio come una mappa delle dinamiche sociali e politiche. Questa riflessione si lega a un’indagine sulla cittadinanza, che negli ultimi anni ha portato l’artista a immaginare un nuovo modello di appartenenza, svincolato dai confini nazionali e dalle logiche tradizionali. L’arte, per Moscardini, è un luogo di transito, uno spazio senza frontiere in cui «l’identità si fa fluida e la memoria collettiva si intreccia ai destini individuali». Con «Nine Out Of Ten Movie Stars Make Me Cry», Platea torna alla sua vocazione originaria, alternando artisti affermati a giovani emergenti. Il titolo, ispirato alla canzone di Caetano Veloso, richiama il tema dell’arte come esilio e resistenza: non solo una testimonianza del presente, ma un atto di riscrittura di un futuro da immaginare e costruire, opera dopo opera.