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Redazione
Leggi i suoi articoliSecondo quanto pubblicato dal quotidiano greco «Kathimerini», la Grecia e il British Museum sono vicini a un accordo cruciale per la riunificazione dei marmi del Partenone: la potenziale risoluzione dell’annosa richiesta di Atene di ottenere indietro le celebri sculture potrebbe arrivare già quest’anno. Alcune trattative rimaste riservate hanno prodotto progressi significativi, anche se un accordo formale non è ancora stato siglato: le discussioni principali vertono sulla sistemazione permanente delle sculture, portate nell’Ottocento a Londra da Lord Elgin, presso il Museo dell’Acropoli di Atene, in cambio dell’offerta di importanti manufatti greci per esposizioni prolungate a Londra.
Secondo alcune voci, a giovare all’accordo sarebbe anche la chiusura per restauri del British Museum e del museo greco; in questo caso potrebbe non trattarsi di una restituzione, ma di un prestito a lungo termine. Le discussioni, si legge su «Kathimerini», prevedono che non tutti i pezzi rimossi da Lord Elgin ritorneranno, ma solo quelli «essenziali a completare la narrazione artistica e storica del Partenone», come i frammenti del fregio, dei frontoni e delle metope, mentre opere come la Cariatide dell’Eretteo rimarranno probabilmente in Gran Bretagna.
Le discussioni tra il Governo greco e il British Museum, che iniziarono nel 1983, sono incentrate sul superamento di ostacoli normativi (una legge britannica del 1963 proibisce la rimozione permanente di manufatti dalle collezioni nazionali) ma anche logistici, per determinare il metodo di trasferimento dei reperti. I negoziatori, comunque, sono «cautamente ottimisti sul fatto che, dopo decenni di contese, entrambe le parti possano allinearsi su una soluzione sostenibile e reciprocamente rispettosa».
I celebri marmi del V secolo a.C. sono conservati nel British Museum dal 1816, dopo essere stati rimossi dal tempio del Partenone sull’Acropoli su richiesta del nobile scozzese Elgin, allora ambasciatore presso la corte ottomana, con il permesso, secondo la controparte britannica, del governatore di allora ad Atene. All’origine della querelle, infatti, ci sarebbe un decreto dell’autorità ottomana che il British considera come la prova inequivocabile dell’acquisizione legale dei marmi ma la cui veridicità viene contestata dalla controparte greca. Secondo il British il documento in questione avrebbe autorizzato Lord Elgin a «misurare» con disegni e calchi le decorazioni del Partenone e ad asportarne una parte. Le sculture sono esposte nel museo britannico dal 1817.
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