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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliIl mercato dell’arte globale continua a rallentare, ma si trasforma. È questa la doppia lettura che emerge dal report annuale Il mercato dell’arte e dei beni da collezione 2025 presentato da Deloitte Private a Roma il 10 luglio scorso presso l’Auditorium Deloitte di Via Veneto. Dopo un 2024 segnato da una caduta drastica del -26,2% nel fatturato delle grandi case d’asta, anche il primo semestre del 2025 conferma il trend negativo con un calo ulteriore del -7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, sotto la superficie della crisi, si muovono forze nuove che stanno ridefinendo equilibri, protagonisti e logiche di valore nel mondo del collezionismo. Il clima di incertezza geopolitica e macroeconomica che ha accompagnato gli ultimi due anni ha generato una forte prudenza tra venditori e acquirenti, rallentando l’afflusso di opere di alta qualità e penalizzando soprattutto la fascia alta del mercato. Un dato su tutti: nei primi sei mesi del 2025 nessuna opera ha superato la soglia dei 50 milioni di dollari, con un’ulteriore riduzione dei cosiddetti top lot, passati da sei nel 2022 a uno soltanto nel 2024. Contro ogni aspettativa, l’Europa si muove in controtendenza rispetto al trend globale, con un incremento del +6,7% nel primo semestre 2025. Parigi si afferma come polo sempre più centrale del collezionismo europeo, beneficiando anche della debolezza del Regno Unito, dove il mercato ha segnato una flessione drastica del -31%. Milano si distingue nel segmento design, mentre l’Italia punta su riforme fiscali: con l’introduzione dell’IVA al 5%, la più bassa d’Europa, prova a rilanciarsi sul mercato internazionale. New York rimane la capitale indiscussa del mercato globale dell’arte, con tutti i top lot del semestre battuti da Christie’s nella metropoli statunitense. Tuttavia, il 2025 segna anche l’emergere di nuove piazze: da segnalare la prima asta Sotheby’s in Arabia Saudita e il debutto di Art Basel Qatar previsto per il 2026. Cresce anche Hong Kong, in particolare nei segmenti dei vini e dell’arte contemporanea. Mentre il mercato dell’arte tradizionale rallenta, emerge una nuova generazione di collezionisti, più giovane, digitale e con gusti più eclettici. La crescita dei Passion Assets (+1,2% rispetto al primo semestre 2024) conferma questa tendenza. Design (+101,6%), fotografia (+10,3%) e cimeli sportivi registrano performance brillanti, anche grazie a una maggiore accessibilità economica.«Il primo semestre 2025 conferma il crescente interesse per i Passion Assets, ossia i beni da collezione diversi dalle opere d’arte. In controtendenza rispetto alla pittura, questo segmento registra un +1,2% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2024. La crescita è guidata da design, fotografia e vini da collezione, anche grazie alle nuove generazioni che si affacciano al mondo del collezionismo con meno esperienza e, spesso, minori disponibilità economiche», ha dichiarato Roberta Ghilardi, Art&Finance Senior Manager di Deloitte Italia. Non mancano i record: il «Grand Rhinocrétaire II» di François-Xavier Lalanne è stato venduto per 16,4 milioni di dollari da Sotheby’s, mentre l’anello «The Marie-Thérèse Pink» ha raggiunto i 14 milioni, superando il top lot dell’anno precedente.
Arte femminile e collezioni celebri: nuove protagoniste del mercato
Le artiste donne conquistano un posto di rilievo nel mercato contemporaneo. Marlene Dumas ha stabilito un nuovo record per un’artista vivente, mentre Yayoi Kusama mantiene un forte appeal globale. Aste dedicate a Daniella Luxemburg e Barbara Gladstone confermano la centralità femminile anche nel sistema delle gallerie. Le collezioni celebri, da Karl Lagerfeld a Iris Apfel, hanno registrato tassi di venduto eccezionali, sostenute da autenticità, storytelling e valore simbolico.
Fiere e AI
Nonostante la stasi delle aste online, le fiere internazionali come Art Basel e TEFAF mostrano una solida tenuta. Il ritorno alla fisicità, all’esperienza diretta e al contatto umano si conferma un valore aggiunto, anche per le nuove generazioni di collezionisti. L’AI poi pare stia cambiando il volto del mercato, non solo come strumento di analisi e tracciabilità, ma anche come medium creativo. L’opera realizzata da un robot umanoide venduta a oltre 1 milione di dollari nel 2024 rappresenta un punto di svolta. Tuttavia, rimangono aperti interrogativi sulla possibile standardizzazione dell’arte prodotta con strumenti algoritmici.
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