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La Porta Gregotti nella Pinacoteca di Brera

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La Porta Gregotti nella Pinacoteca di Brera

Milano, la Porta delle Meraviglie si apre anche sul completamento della Grande Brera

All'inaugurazione della nuova area d'accoglienza del museo il direttore James Bradburne annuncia la conclusione entro il 2018 del cantiere di Palazzo Citterio

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Milano. C’erano il ministro Dario Franceschini e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, questa mattina alle 11, al taglio del nastro per la riapertura di quella che è stata battezzata la «Porta delle Meraviglie», e della nuova area di accoglienza e biglietteria della Pinacoteca di Brera. Ma soprattutto c’era lui, James Bradburne, direttore «delle tre Teche di Brera», come ama dire (la Pinacoteca, la Biblioteca Braidense e la sua Mediateca), entusiasta come sempre. Un tratto della sua personalità, questa incontenibile energia (e ottimismo) che sta dando i suoi frutti visto che, entro il 10 novembre, avrà completato il programma annunciato in occasione dei suoi «Cento Giorni» a Brera: dopo le nuove, lineari panchine del Cortile d’Onore, il riallestimento (a oggi di 13 sale, e il 10 novembre) di 21 sale, con un nuovo ordinamento e nuove cromie, illuminazione e didattica, e l’avvio del ciclo delle piccole e preziose mostre-dialogo intorno a capolavori della Pinacoteca (dopo lo «Sposalizio della Vergine» di Raffaello e il «Cristo morto» di Andrea Mantegna, dal 10 novembre sarà la volta della «Cena in Emmaus» di Caravaggio), ora si è aperta la porta centrale del Loggiato, progettata nel 1780 dal Piermarini come accesso all’aulica Sala Teresiana della Biblioteca Braidense, allora l’istituzione più prestigiosa del palazzo.

Già negli anni Ottanta l’architetto Vittorio Gregotti, con l’allora soprintendente Carlo Bertelli (entrambi presenti alla cerimonia), aveva pensato di aprirla quale accesso principale anche alla Pinacoteca, e Gregotti ne aveva disegnato il sobrio infisso attuale in metallo brunito, poi realizzato nel 2001, ma la porta era rimasta chiusa. E poiché l’obiettivo primario di Bradburne è stato, da subito, quello di «rimettere Brera nel cuore di Milano», l’apertura di questa porta ha anche un forte valore simbolico, come segno della sinergia tra Pinacoteca e Biblioteca, e di apertura di Brera alla città. E al suo appello a città ha risposto con gesti di mecenatismo di aziende (come Arpa industriale e Gruppo Pozzi per la nuova area di accoglienza) e anche di privati: essendosi conclusa con la fine di settembre la fortunata sperimentazione del prolungamento dell’orario d’apertura del giovedì fino alle 22, con il costo del biglietto a 2 euro dalle 18 fino alla chiusura, un gruppo di residenti della zona lo ha finanziato da giovedì 20 ottobre fino a fine anno.

Sono però state annunciate anche altre importanti novità: il cantiere di Palazzo Citterio procede e l’apertura è prevista per il 2018: «Porteremo così finalmente a termine, dopo oltre 40 anni, la visione della “Grande Brera” del soprintendente Franco Russoli», ha dichiarato Bradburne. Qui troveranno posto gli spazi espositivi, uffici, laboratori didattici e tutti i servizi che oggi il pubblico richiede a un grande museo. E qui saranno esposte le collezioni Jesi e Vitali di arte del Novecento, di proprietà della Pinacoteca, «cui si aggiungeranno, in deposito per due anni, le 26 opere della collezione Mattioli scelte da Franco Russoli nel 1973» (ritirate qualche tempo fa da Laura Mattioli, dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, dov’erano state per anni).
Il sindaco Sala ha garantito la collaborazione del Comune di Milano alla realizzazione del progetto «Grande Brera». Mentre il trasferimento di gran parte dell’Accademia nella Caserma Mascheroni (già finanziato con 40 milioni) è stato annunciato più in sordina (manca ancora la firma tra i tre ministeri coinvolti: Mibact, Miur, Difesa, Ndr), benché fossero presenti in sala il presidente uscente dell’Accademia di Brera, Marco Galateri di Genola, grande tessitore del progetto con Bradburne, e la presidente entrante, Livia Pomodoro.
Resta una domanda. Nel 2018 la città avrà due musei, ricchissimi entrambi, di arte del XX secolo: il Museo del Novecento di proprietà del Comune e la Pinacoteca di Brera, statale. Ci si augura che le due istituzioni possano realmente collaborare, dando vita così a un’autentica eccellenza di livello internazionale per la città.
 

La Porta Gregotti nella Pinacoteca di Brera

La nuova area accoglienza della Pinacoteca di Brera

James M. Bradburne, direttore generale della Pinacoteca di Brera e Biblioteca Nazionale Braidense © Martin Riese

Ada Masoero, 13 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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