La figura di san Sebastiano, il soldato romano convertitosi in segreto al Cristianesimo e per la sua fede condannato a morte dall’imperatore Diocleziano mediante il supplizio delle frecce, ha ispirato nei secoli innumerevoli opere. La National Gallery di Londra nelle sue collezioni ne annovera 14: da Antonio e Piero del Pollaiolo, a Cima da Conegliano, Carlo Crivelli, Luca Signorelli o Gherardo delle Notti. 

Ming Wong (Singapore, 1971), l’artista in residenza per il 2025 nel museo londinese, continua la tradizione con un cortometraggio e un’installazione ispirati al martirio del santo. L’artista, che ha rappresentato Singapore alla 53ma Biennale di Venezia (2009), ottenendo una menzione speciale per la personale «Life of Imitation», è solito rimettere in scena i film appropriandosi e ricontestualizzando le trame e i personaggi principali. La sua pratica attinge al cinema e alla cultura popolare per riflettere su come l’identità di una persona viene costruita, riprodotta e diffusa. E lo fa attraverso «rievocazioni» di classici mondiali in cui è lui stesso a interpretare tutti i personaggi. Intitolato «Dance of the sun on the water/Saltatio solis in aqua», il film che ha realizzato nel corso della residenza è ambientato proprio nella National Gallery,  e reimmagina la vita di Sebastiano con riferimenti che dal Rinascimento giungono ai giorni nostri. Oltre ai dipinti della galleria, Wang reinterpreta scene da «Sebastiane» (1976) di Derek Jarman, considerato un punto di svolta nel cinema britannico e in quello queer (girato in latino in Sardegna, con la colonna sonora di Brian Eno, è, anche, una riflessione profonda sull’eros, il martirio e l’identità sessuale).

Visivamente raffinato, sperimentale e spiritoso, «Dance of the sun on the water/Saltatio solis in aqua» afferma con forza come le storie dei martiri risuonino ancora oggi. Verrà presentato nella National Gallery dal 15 gennaio al 5 aprile 2026.