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Torey Akers
Leggi i suoi articoliIl San Francisco Museum of Modern Art-SFMoMA ha in programma di licenziare quasi l’8% della sua forza lavoro, adducendo come motivazione «difficoltà finanziarie» nel suo modello operativo. Il museo si dibatte tra varie difficoltà, tra cui un deficit strutturale di 5 milioni di dollari, la bassa affluenza di pubblico e l’aumento della concorrenza nell'accaparrarsi sostegni filantropici A farne le spese saranno 29 dipendenti, che verranno licenziati.
«Il SFMoMA ha un team eccezionale, estremamente dedicato, appassionato e talentuoso, ha scritto il direttore del museo Christopher Bedford in una lettera pubblica pubblicata il 7 maggio. Per questo motivo, tra gli altri, la riduzione odierna è difficile da attuare e da comunicare. Si tratta di decisioni difficili, ma necessarie per garantire un futuro sostenibile al museo». È la seconda volta nel suo mandato triennale come direttore che Bedford si ritrova a presiedere a significativi licenziamenti.
I tagli colpiranno nove lavoratori part-time e 20 full-time, oltre a eliminare altri 13 posti di lavoro. Ventisei dei dipendenti licenziati sono iscritti al sindacato Office and Professional Employees International Union Local 29, attualmente impegnato in una contrattazione collettiva con il SFMoMA nel tentativo di bloccare i licenziamenti. Stando al sindacato non c’è stata «alcuna comunicazione» al personale in merito a questi licenziamenti a sorpresa. Secondo The San Francisco Chronicle, i dipendenti sostengono che la dirigenza li sta «evitando» dopo che un incontro programmato tra il sindacato e gli amministratori è stato annullato. Il sindacato avrebbe esortato il museo a «tagliare dall’alto».
Nella sua lettera pubblica Bedford ha sottolineato il ruolo che il Covid-19 e il calo persistente delle presenze hanno avuto nel futuro incerto del museo. Il SFMoMA ha rivisto al ribasso le sue previsioni di affluenza annuale a 600mila visitatori, una conseguenza della diminuzione del traffico pedonale e del turismo a San Francisco dopo la pandemia. Dati che nel 2023 hanno portato a sette licenziamenti e all’eliminazione di tredici posizioni aperte, oltre all'aumento dei prezzi dei biglietti.
«Ora sappiamo che non possiamo semplicemente tornare all’era prepandemia, ha scritto Bedford. Dobbiamo tracciare una nuova via basata sui fatti del presente». Nella sua lettera, il direttore ha messo l’accento sui tentativi di identificare nuove fonti di sostegno e potenziali partnership filantropiche, sottolineando il tempo e lo sforzo necessari per consolidare tali legami. I finanziamenti filantropici sono diventati ancora più cruciali dall’inizio del secondo mandato di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, che ha inaugurato drastici tagli al sostegno federale alle arti. Secondo il San Francisco Standard, sarebbe già a rischio una sovvenzione federale di 210mila dollari destinata a migliorare l’accessibilità al SFMoMA.
«La creazione di nuove fonti di reddito e l’aumento del sostegno filantropico richiedono però tempo, ha scritto Bedford. Mentre questo impegno mette radici dobbiamo continuare a vigilare sul nostro bilancio e a prendere decisioni critiche per ridurre i costi e ridimensionare l’istituzione, in linea con il contesto attuale. Questi tagli, purtroppo, includono spese sia correlate che non correlate al nostro personale».
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