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Martina Rodrigues, cofondatrice e direttrice di Trotoar Gallery, Zagabria.

Credits Damir Žižić

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Martina Rodrigues, cofondatrice e direttrice di Trotoar Gallery, Zagabria.

Credits Damir Žižić

NEW ENTRIES FOR FUTURE | Martina Rodrigues

In attesa della 32ma Artissima, tredici dialoghi ispirati al pensiero visionario di Richard Buckminster Fuller, per riflettere sul senso di abitare il nostro pianeta, sfidare le consuetudini e abbracciare un futuro di innovazione e responsabilità collettiva

Jenny Dogliani

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Artissima invita quest’anno a concepire un Manuale Operativo per Nave Spaziale Terra, ispirandosi all’omonimo libro di Richard Buckminster Fuller. La fiera chiama la comunità di giovani galleristi e operatori culturali a riflettere sul senso di abitare il nostro pianeta, adottando prospettive inedite, sfidando le consuetudini e abbracciando un futuro di responsabilità collettiva e innovazione.
La parola a  Martina Rodrigues, cofondatrice e direttrice di Trotoar Gallery a Zagabria.

In che modo un’opera o un artista hanno fortemente trasformato il suo modo di abitare il nostro «pianeta-mondo», influenzando il suo sguardo critico e il suo agire curatoriale?
Ogni artista con cui ho avuto il piacere di lavorare porta in sé una forza unica — chiamatela entusiasmo, passione o persino carisma. Questa energia si riversa nelle loro opere, dando forma a universi singolari e abitabili. Per me, diventare consapevole che ciascuno di noi abita il proprio «pianeta-mondo» è ciò che apre la strada all’apprendimento, alla condivisione e alla comunicazione attraverso l’arte. È proprio questa unicità che, paradossalmente, ci rende uguali.

Nella sua pratica di gallerista, come concilia l’intuizione e la capacità di affrontare l’imprevisto con le esigenze di pianificazione e rigore necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo?
A volte sento che molte delle sfide odierne derivino da un eccesso di rigore e dalla costante esigenza di controllare la narrazione. Questo non va confuso con la professionalità o la razionalità. Sia nell’arte che nella vita, intuizione e adattabilità devono occupare più spazio. E con adattabilità intendo anche la disponibilità ad accettare piccole sconfitte. Perchè concedersi di perdere alcune battaglie crea le condizioni per avanzare con un ritmo più costante e sostenibile.

Se potesse trasmettere un’istruzione alle prossime generazioni di artisti e operatori culturali, quale messaggio essenziale, idealmente ispirato al pensiero di Buckminster Fuller, vorrebbe lasciare per guidarli in questo viaggio collettivo?
Imparate dal passato, ma non ossessionatevi nel predire il futuro, si rischia di rendere il viaggio noioso. La vita a bordo dell’Astronave Terra dovrebbe essere fatta di immaginazione, curiosità e rispetto.

Per i dialoghi precedenti 

NEW ENTRIES FOR FUTURE | Artissima 2025

Jenny Dogliani, 30 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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