Flaminio Gualdoni
Leggi i suoi articoliKirsha Kaechele è una signora californiana appariscente, dagli interessi polivalenti e dotata di un gran talento per far casino e far parlare di sé. Dirige il museo fondato dal marito collezionista, David Walsh, a Hobart in Tasmania. Ben lontano dunque dal Veneto, altrimenti le sarebbe venuto in mente un acronimo meno ridicolo e allusivo di Mona, oltre a un’intitolazione meno stupida di Museum of Old and New Art.
Il modo con cui ha invaso la comunicazione mediatica mondiale è semplice e a suo modo efficace. Altro che Valie Export e Guerrilla Girls: alla mostra del Mona che ha organizzato, «Ladies Lounge», nessun uomo può accedere, salvo i camerieri che portano tè, aperitivi ecc.: essendo dei sottoposti forse non sono neppure considerati esseri umani.
La mostra è un’accozzaglia di opere di autori altisonanti, fatta apposta perché «gli uomini si sentissero il più possibile esclusi». Kirsha è riuscita nel suo intento, almeno in Tasmania: un tal Jason Lau, che evidentemente voleva a tutti i costi presenziare a questa scalcinata iniziativa, ha fatto notare che si stava violando l’«Anti-Discrimination Act» del 1998 e pretendeva che si ponesse fine alla discriminazione tra generi. La risposta a suo modo semplice e geniale di Kirsha è stata stabilire che una buona porzione dell’esposizione ricadesse nell’area designata dei bagni femminili, per convenzione non frequentabili dall’altro sesso: e poi, vuoi mettere, quando può ricapitarti la soddisfazione di far pipì guardando un Picasso?
In tutto questo bailamme, sempre più concitato, Kaechele si era scordata però di dare un’altra comunicazione, che pure un suo qualche rilievo ce l’ha. I quadri esposti sono tutti falsi, li aveva dipinti lei in un altro capitolo della sua fantasmagorica e annoiata vita di moglie di magnate danaroso. La cosa, a ben vedere, legalmente non sposta granché, dal momento che andare a visitare una mostra di opere tarocche dev’essere consentito anche a un uomo. Poi, se sei a Hobart, 200mila abitanti in mezzo all’Oceano Pacifico, magari le cose le vedi diversamente che a Madrid e a New York, e puoi trovare divertente il tutto, a partire da una direttrice di museo che dipinge opere di altri e se le espone, in un ciclo completo economico e a suo modo virtuoso. Se poi, in aggiunta, ti tocca accedere ai bagni delle signore, vuoi mettere il frisson?
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