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Il Mowaa Institute in fase di completamento a Benin City, in Nigeria

Foto © Mowaa

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Il Mowaa Institute in fase di completamento a Benin City, in Nigeria

Foto © Mowaa

Nigeria, a novembre apre il Museum of West African Art

 Progettato da Adjaye Associates, il Mowaa inaugurerà ufficialmente il suo campus di Benin City. La prima mostra riproporrà, ampliandolo, il Padiglione nigeriano alla Biennale di Venezia del 2024

L'Africa si arricchirà in autunno di una nuova istituzione museale, un segno del suo dinamismo ma anche della nascita di strutture locali ambiziose per accogliere il suo patrimonio e mettere in luce la creazione contemporanea. L’11 novembre 2025 verrà inaugurato a Benin City, in Nigeria, il Museum of West African Art (Mowaa) e in questa occasione sarà svelato il Mowaa Institute, un edificio di 4.500 metri quadrati destinato alle collezioni, alla ricerca e all’archeologia, progettato da Adjaye Associates con lo studio Moe+ di Lagos.

La prima mostra del Mowaa presenterà opere storiche mai esposte in Nigeria, offrendo una panoramica delle collezioni del museo, in continua espansione. Ad animare il campus del Mowaa e il centro di Benin City, precisa l'istituzione, ci sarà un programma di visite alla mostra, conferenze, workshop e proiezioni di film. La mostra inaugurale, «Nigeria Imaginary: Homecoming» (fino al 26 aprile 2026), organizzata dal Mowaa, sarà una versione arricchita del Padiglione della Nigeria alla 60ma Biennale di Venezia nel 2024.

Aindrea Emelife, curatrice della mostra, ha invitato gli artisti a «rimettere in discussione le narrazioni ereditate, a immaginare la Nigeria non come una storia unica, ma come una costellazione di storie, desideri, rotture e sogni». A quelli già presenti nella mostra veneziana (Tunji Adeniyi-jones, Ndidi Dike, Onyeka Igwe, Toyin Ojih Odutola, Abraham Onoriode Oghobase, Precious Okoyomon, Fatimah Tuggar e Yinka Shonibare) si aggiungeranno Kelani Abass, Modupeola Fadugba, Ngozi-Omeje Ezema e Isaac Emokpae, le cui pratiche sono profondamente radicate nella realtà contemporanea del Paese. La mostra, che si svolgerà in diversi spazi, «aprirà un dialogo critico e una riflessione sullo stato e le possibilità della Nazione». Visite immersive e tavole rotonde consentiranno di approfondire i temi trattati.

L'istituto rappresenta solo una parte del campus del Mowaa, la cui costruzione è in corso dal 2020. Il complesso, che si estende su 15 ettari, comprende anche la Rainforest Gallery, che ospiterà mostre d’arte contemporanea. Nei Rainforest Gardens, dove sono stati piantati oltre duemila alberi autoctoni, saranno installate opere site specific. Il campus, che dovrebbe aprire i battenti nel 2028, sarà inoltre dotato di un hotel, l’Art Guesthouse, dell’Artisans’ Hall, una sala spettacoli, di un caffè e di laboratori artistici ospitati in un edificio coloniale in via di riconversione.

«Sempre più, in tutto il mondo, i musei sono costretti a difendere la loro ragion d'essere, che si tratti di rispondere a tagli di bilancio, alle sfide delle restituzioni o al calo delle presenze, scrive in un comunicato Ore Disu, direttore dell’Istituto Mowaa. Per noi è importante essere veramente coinvolti nella messa in atto di pratiche adeguate al contesto, rigenerare le città africane e la ricerca e utilizzare l'arte come catalizzatore di un impatto reale. Siamo orgogliosi di continuare a dimostrare che l’Africa può offrire nuovi modi di pensare e di fare, mentre ci prepariamo ad aprire le porte».

 

Una veduta aerea del campus del Mowaa. Foto © Adjaye Associates

Stéphane Renault, 10 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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