Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliC’è un luogo, nel cuore della Francia, dove il futuro di Notre-Dame non si gioca a Parigi ma tra gli alberi. A Pougues-les-Eaux, piccolo centro termale della Nièvre, un progetto visionario prepara la rinascita della cattedrale sotto una forma inedita: una replica a grandezza naturale della sua guglia e della «foresta» di legno oggetto dell’incendio del 2019.
L’iniziativa, ufficializzata il 13 ottobre, si chiama «La flèche et la forêt Notre-Dame» ed è promossa dall’associazione Restaurons Notre-Dame, nata per dare una seconda vita a ciò che il fuoco ha cancellato. Non si tratta di un semplice doppione, ma di un gesto simbolico: riportare alla luce la parte invisibile dell’edificio, quella trama di travi di quercia che sosteneva il tetto come una cattedrale nella cattedrale.
«Il primo criterio era la vicinanza a una grande foresta», spiega Pascal Jacob, fondatore e presidente onorario dell’associazione, come riportato da «Le Figaro». Mont-Givre, il sito scelto tra altri undici, domina il paesaggio e si affaccia sulla foresta di Bertranges, una delle più vaste d’Europa: qui il dialogo tra architettura e natura diventa esplicito.
La monumentale idea iniziale, un complesso da 70 milioni di euro, con la ricostruzione integrale della «foresta», è stata presto ridimensionata. «Era fuori discussione investire in un progetto così oneroso», ricorda Sylvie Cantrel, sindaco di Pougues-les-Eaux.
Oggi il piano procede per tappe: la prima fase, da 16 milioni di euro, riguarda la sola guglia, alta 80 metri e costruita con quercia proveniente dalle foreste demaniali di Bertranges e Guérigny, la stessa scelta per la ricostruzione parigina. L’avvio dei lavori è previsto per il 2026 e il completamento nel 2029. La soglia minima per cominciare i lavori è di 10 milioni di euro, «una cifra molto accessibile per un’operazione di tale portata», sostiene Jacob, che punta a raccogliere fondi tramite mecenati, banche e fondazioni.
Segue una seconda fase, tra il 2030 e il 2036, che prevede la ricostruzione della navata e dei campanili, avvolti da lastre di vetro per filtrare la luce: un gesto più concettuale che filologico, dove l’architettura diventa esperienza.
Il percorso non è privo di ostacoli: prima dei lavori servirà demolire un vecchio ospedale abbandonato, ma l’entusiasmo resta. «È un’opportunità straordinaria per l’attrattiva di Pougues-les-Eaux», afferma Cantrel. Il progetto si propone come atto di interpretazione più che di replica: una nuova «foresta» che, tra le querce della Nièvre, restituisce alla cattedrale la possibilità di rinascere altrove.
Altri articoli dell'autore
Con qualche novità, sono stati conferiti i 13 riconoscimenti della fiera torinese a galleristi e artisti
Sono stati svelati i render del futuro Duma che sorgerà su una piattaforma circolare lungo il braccio di mare del Golfo Persico per volere dell’Al-Futtaim Group
Il furto dell’opera attribuita a Fra Antonio da Monza era stato denunciato nel 1987. Da allora, le attività investigative dei Carabinieri del Comando Tpc non si sono mai interrotte, fino allo scorso giugno, quando l’hanno intercettata sul sito internet di una casa d’aste londinese
Lorenza Bravetta apre al contemporaneo e alla ricerca sui linguaggi del futuro



