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Redazione
Leggi i suoi articoliIl 4 e 5 settembre i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) di Udine hanno consegnato a Iran ed Ecuador alcuni manufatti antichi. L’operazione segna un nuovo capitolo nella lotta al traffico illecito di beni archeologici.
I beni rientrati a Teheran comprendono dodici reperti, sequestrati a un collezionista friulano che li aveva acquistati sul mercato nero. Si tratta di bottiglie, piatti e ciotole in ceramica decorata, riferibili a differenti epoche e culture: in ordine cronologico, dalle produzioni Zarin Fam (VII secolo), passando per quelle di Nishabur (X secolo), di Tabrestan (X–XI secolo), fino ad esemplari ceramici di Kashan e Gorgan (XII–XIII secolo) e alle ceramiche Mina’i di Rey (XIII secolo) per finire con Qajar (XIX secolo).
Tra i reperti spicca una brocca in ceramica nera con versatoio «a becco», databile al II–I millennio a.C. e proveniente dal Luristan (Iran). Sottratta con scavi clandestini e giunta in Trentino come «souvenir» nelle mani di un collezionista, è stata sequestrata nel 2022. Il manufatto, simile a esemplari esposti al British Museum, è considerato una testimonianza unica della civiltà dell’Età del Ferro.
In Ecuador sono invece rientrati tre reperti: due vasi in ceramica della cultura Jambelí (300 a.C.-800 d.C.) e una statuetta zooantropomorfa della cultura Manteño (850 d.C.-1530 d.C.). Questi beni erano stati accumulati nel tempo da un collezionista privato, la cui permanenza all’estero aveva favorito l’acquisto illegale. Le autorità scientifiche ecuadoriane, tramite l’ambasciata a Roma, ne hanno certificato autenticità e rilevanza.
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