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«La misura di una distanza» (2022-23), di Giovanni Termini

Foto: Michele Alberto Sereni

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«La misura di una distanza» (2022-23), di Giovanni Termini

Foto: Michele Alberto Sereni

Nuova veste per il Torrione Martiniano di Cagli

Nell’ambito del programma di Pesaro «Capitale italiana della Cultura 2024», le operazioni di restauro si integrano con quelle di valorizzazione e produzione di nuovi contenuti artistici

Marta Paraventi

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Nell’ambito del programma di Pesaro «Capitale italiana della Cultura 2024», che ha dedicato particolare attenzione allo sviluppo di progetti nel territorio provinciale trasformando ogni comune in capitale della cultura per una settimana, Cagli ha scelto di rappresentarsi attraverso il Torrione Martiniano. Emblematica architettura cinquecentesca, di presidio alla città, da oltre 30 anni accoglie il Centro di Scultura Contemporanea, nato sotto la cura del compianto Fabrizio D’Amico e che accoglie, tra gli altri, opere di Gastini, Icaro, Kounellis, Mainolfi, Nunzio, Nagasawa, Paolini, Uncini, Zorio, e Eliseo Mattiacci (1940-2019), nativo proprio di Cagli. 

Grazie agli investimenti del Comune di Cagli, Regione Marche e Fondazione Cassa Risparmio di Pesaro è stato in primis possibile realizzare un complesso intervento di restauro, iniziato nel 2013, e manutenzione del torrione, parte di una rocca perduta molto più ampia progettata da Francesco di Giorgio Martini; gli interventi di restauro hanno previsto anche il recupero funzionale della galleria nota come «soccorso coverto». Contestualmente sono state avviate le attività di restauro, con dimostrazioni aperte al pubblico, di alcune sculture di Arte povera conservate nel Centro di Scultura Contemporanea: realizzate con materiali deperibili ed esposte da oltre tre decenni in ambiti semi aperti e umidi saranno sottoposte a interventi scientifici, realizzati in sede con dimostrazioni aperte e documentate di lavoro, grazie all’accordo sottoscritto con l’Università degli Studi di Urbino e ad opera della Scuola di Conservazione e Restauro del Dipartimento di Scienze Pure e Applicate (DiSPeA). 

Le operazioni di restauro si integrano con quelle di valorizzazione e produzione di nuovi contenuti artistici che prevedono la mostra personale di Giovanni Termini, «Come la metti sta», a cura di Marcello Smarrelli, in programma nei suggestivi spazi del cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane (fino al 30 giugno). L’esposizione presenta una selezione di opere scultoree di cui una inedita e site-specific che dà il titolo alla mostra, realizzata con materiali provenienti dall’azienda Cariaggi, storica filatura di Cagli, in stretto dialogo con l’architettura della sala del palazzo che la ospita caratterizzata da una decorazione blu ottenuta con l’utilizzo del guado, coltivato da secoli nel territorio, fino ad arrivare a «Dialogo costruttivo» (2017), opera dedicata al grande maestro Eliseo Mattiacci, originario di Cagli. 

La scelta del percorso espositivo di Giovanni Termini segue le coordinate che orientano il programma di Pesaro 2024, relative al rapporto tra arte, natura, tecnologia, elementi che rappresentano altrettanti cardini della ricerca dell’artista. Prossimi appuntamenti sabato 11 maggio con l’inaugurazione del progetto «Scultura Espansa», nato da una suggestione del musicista elettronico Alessandro Petrolati e ambientato negli spazi dell’architettura martiniana; sabato 20 luglio presso il Cortile del Cosmo, si terrà invece ’inaugurazione del totem con il virtual tour del Torrione e del Centro di Scultura Contemporanea, a cura dell’Università Politecnica delle Marche.

«Come la metti sta» (2024), di Giovanni Termini. Foto: Michele Alberto Sereni

Marta Paraventi, 24 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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