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Dalla campagna «Raise Hope for Congo», realizzata dall’organizzazione non profit Enough Project per sensibilizzare i produttori di dispositivi tecnologici sull'impatto ambientale e umano della propria attività © Marcus Bleasdale

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Dalla campagna «Raise Hope for Congo», realizzata dall’organizzazione non profit Enough Project per sensibilizzare i produttori di dispositivi tecnologici sull'impatto ambientale e umano della propria attività © Marcus Bleasdale

Nuove immagini: l’impatto ecologico della fotografia

Vi presentiamo il secondo package di approfondimento sulle sperimentazioni in atto nel mondo della fotografia e della cultura visuale

Rica Cerbarano

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Dalla campagna «Raise Hope for Congo», realizzata dall’organizzazione non profit Enough Project per sensibilizzare i produttori di dispositivi tecnologici sull'impatto ambientale e umano della propria attività © Marcus Bleasdale

L'impatto ecologico della fotografia

Guardando all’attualità, risulta impellente confrontarsi con una delle sfide collettive più grandi di sempre: la crisi climatica in corso. Un problema di tutti, con conseguenze concrete ma responsabilità non sempre facilmente appurabili. Alla luce di questa verità, e nell’ottica di raggiungere un’idea di fotografia più etica e consapevole, chi lavora nel settore non può esimersi dal prendere in considerazione l’impatto che la produzione, l’utilizzo e la circolazione delle immagini fotografiche hanno nella nostra cultura e società. Che si tratti di contenuti visivi creati a fini artistici o come semplice veicolo di comunicazione, dietro ogni fotografia c’è una stratificazione di impieghi energetici apparentemente invisibili che hanno impatti tangibili sul nostro pianeta, e dunque anche sulla nostra vita.

Dopo «Nuove Immagini: intersezioni tra fotografia e videogame», abbiamo quindi deciso di dedicare questo secondo package alle implicazioni ecologiche della fotografia: molti gli argomenti che vengono toccati, dalla tossicità dei materiali utilizzati per lo sviluppo delle pellicole e dell’intero processo analogico, ai processi estrattivi dietro la realizzazione delle immagini digitali, fino ai costi energetici e allo spreco di materiali che comporta l’organizzazione di eventi, festival e grandi mostre.

Per approfondire la tematica abbiamo commissionato sei contenuti inediti che indagano la complessità dell’impronta ecologica della fotografia, sviscerando alcune delle maggiori criticità riscontrabili nell’elaborazione, nella propagazione e nell’archiviazione di immagini prodotte digitalmente, così come nel processo di sviluppo analogico e nell’intera filiera di produzione delle macchine fotografiche.

Con questo package speriamo di sensibilizzare sulle conseguenze dannose, per l’ambiente e per la salute, che si celano dietro alcuni settori dell’industria fotografica, fiduciosi che una maggiore consapevolezza sul tema possa avere un ruolo determinante nel responsabilizzare i nostri lettori e stimolarli ad adottare un approccio più etico verso la produzione e il consumo di immagini.

Il package verrà presentato Sabato 8 Luglio alle ore 20.00 presso la Fondation Manuel Rivera-Ortiz ad Arles, nella cornice di eventi collaterali organizzati in occasione della collettiva «Grow Up», con cui la Fondazione celebra l’affascinante e intricato rapporto tra l’uomo e le piante. L’evento vedrà una conversazione tra Krzysztof Candrowicz, contributor del package, Ioana Mello e José Diniz, rispettivamente curatrice e autore del progetto «Paubrasilia», esposto all’interno della collettiva.

Download the PDF in English: CLICK HERE
 

Dalla campagna «Raise Hope for Congo», realizzata dall’organizzazione non profit Enough Project per sensibilizzare i produttori di dispositivi tecnologici sull'impatto ambientale e umano della propria attività © Marcus Bleasdale

L'impatto ecologico della fotografia

Guardando all’attualità, risulta impellente confrontarsi con una delle sfide collettive più grandi di sempre: la crisi climatica in corso. Un problema di tutti, con conseguenze concrete ma responsabilità non sempre facilmente appurabili. Alla luce di questa verità, e nell’ottica di raggiungere un’idea di fotografia più etica e consapevole, chi lavora nel settore non può esimersi dal prendere in considerazione l’impatto che la produzione, l’utilizzo e la circolazione delle immagini fotografiche hanno nella nostra cultura e società. Che si tratti di contenuti visivi creati a fini artistici o come semplice veicolo di comunicazione, dietro ogni fotografia c’è una stratificazione di impieghi energetici apparentemente invisibili che hanno impatti tangibili sul nostro pianeta, e dunque anche sulla nostra vita.

Dopo «Nuove Immagini: intersezioni tra fotografia e videogame», abbiamo quindi deciso di dedicare questo secondo package alle implicazioni ecologiche della fotografia: molti gli argomenti che vengono toccati, dalla tossicità dei materiali utilizzati per lo sviluppo delle pellicole e dell’intero processo analogico, ai processi estrattivi dietro la realizzazione delle immagini digitali, fino ai costi energetici e allo spreco di materiali che comporta l’organizzazione di eventi, festival e grandi mostre.

Per approfondire la tematica abbiamo commissionato sei contenuti inediti che indagano la complessità dell’impronta ecologica della fotografia, sviscerando alcune delle maggiori criticità riscontrabili nell’elaborazione, nella propagazione e nell’archiviazione di immagini prodotte digitalmente, così come nel processo di sviluppo analogico e nell’intera filiera di produzione delle macchine fotografiche.

Con questo package speriamo di sensibilizzare sulle conseguenze dannose, per l’ambiente e per la salute, che si celano dietro alcuni settori dell’industria fotografica, fiduciosi che una maggiore consapevolezza sul tema possa avere un ruolo determinante nel responsabilizzare i nostri lettori e stimolarli ad adottare un approccio più etico verso la produzione e il consumo di immagini.

Il package verrà presentato Sabato 8 Luglio alle ore 20.00 presso la Fondation Manuel Rivera-Ortiz ad Arles, nella cornice di eventi collaterali organizzati in occasione della collettiva «Grow Up», con cui la Fondazione celebra l’affascinante e intricato rapporto tra l’uomo e le piante. L’evento vedrà una conversazione tra Krzysztof Candrowicz, contributor del package, Ioana Mello e José Diniz, rispettivamente curatrice e autore del progetto «Paubrasilia», esposto all’interno della collettiva.

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Rica Cerbarano, 08 luglio 2023 | © Riproduzione riservata

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