Fabrizio Fragomeli
Leggi i suoi articoliL’Africa nuova e giovane che si sta affacciando alla scena politica e culturale del mondo ha il volto di una donna: l’architetta Olajumoke Adenowo. Nigeriana, nata nel 1968, fin da giovanissima ha manifestato grande interesse per l’architettura laureandosi nel 1991. In seguito, ha collezionato un ricco carnet di specializzazioni di alto livello. Il suo interesse per l’architettura è stato acceso da visite in Europa, Gran Bretagna e soprattutto a Versailles, residenza ammirata fin da bambina, così come dalla vita nel campus dell’Università Obafemi Awolowo in Nigeria, che ha ispirato la sua filosofia di design, sfruttando una conoscenza esperienziale del patrimonio architettonico capace di definire l’architettura africana contemporanea.
Il volume a lei dedicato da Rizzoli New York è un lavoro caratterizzato da un approccio innovativo. È suddiviso in 11 capitoli seguiti dalla lista dei progetti e dalla biografia dell’architetta. Con l’analisi delle opere inserite nel loro contesto socio-culturale, questa pubblicazione non solo sfata le concezioni errate sull’architettura e l’estetica africane, ma accentua le rotture con la tradizione.
Adenowo ricostruisce il tessuto stesso dell’arte, dell’architettura, della storia, dell’estetica e dei rituali in tutte le loro parti costitutive attraverso «oríkì» (poesia di citazione), narrazioni ed eventi per i quali non ci sono registrazioni scritte. Grazie alla sua abilità nel combinare elementi architettonici tradizionali africani con concetti contemporanei, l’architetta progetta spazi che riflettono sia l’identità culturale tradizionale che le esigenze moderne. Il suo approccio all’architettura si concentra sull’integrazione di temi culturali, storici e sociali nei suoi progetti. Le sue opere spaziano dall’architettura residenziale a progetti più ampi come uffici, campus universitari e strutture governative. Ad esempio, ha progettato edifici come la Nigerian Stock Exchange e il centro commerciale Maryland Mall, mostrando la sua versatilità nel creare spazi funzionali e iconici. Adenowo ha anche lavorato su progetti dedicati alla conservazione e al recupero del patrimonio storico autoctono. Il suo pensiero abbraccia l’importanza della conservazione del patrimonio culturale e l’uso dell’architettura come strumento per narrare storie e preservare le identità locali. Adenowo vede l’architettura come un mezzo per sollevare le comunità, migliorare la qualità della vita e promuovere la sostenibilità ambientale.
Sebbene l’interesse per l’architettura africana contemporanea sia molto attuale, gli studiosi sono ancora in difficoltà nel definirla e collocarla nell’ambito degli studi di architettura. Ovviamente non si può parlare di architettura contemporanea africana etichettandola come primitiva, classificandola come curiosità etnografica. Ancora oggi sono infatti evidenti pregiudizi, come ad esempio l’idea che l’architettura precoloniale africana non abbia criteri estetici sviluppati; o il fatto che gli architetti africani tradizionali fossero, in genere, anonimi, con opere che non portavano la loro firma come avviene in Occidente; e, infine, che gli stili artistici africani siano da circoscrivere rigorosamente entro i confini tribali che sono ancora oggi immutabili e senza tempo. Non solo i suddetti presupposti privilegiano indebitamente i gusti e le preferenze degli studiosi occidentali dell’architettura africana rispetto a quelli dei loro creatori e utilizzatori, ma non riescono nemmeno a soddisfare i requisiti basilari per un’estetica interculturale buona e legittima.
Adenowo contesta queste posizioni attraverso dati evinti sul campo e su esperienze personali con l’obiettivo di arginare la disinformazione sull’architettura africana e la sua estetica. Emerge come una figura ispiratrice con un’impronta distintiva che fonde innovazione, tradizione e impegno sociale, contribuendo così a ridefinire il panorama architettonico dell’immenso e vitalissimo continente.
Neo Heritage: Defining Contemporary African Architecture,
di Olajumoke Adenowo, 256 pp., ill., Rizzoli New York, 2023, $ 70
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