Rica Cerbarano
Leggi i suoi articoliÈ un momento opportuno per riflettere sulla parola «confini». Non serve, ovviamente, specificare perché. In questo clima di tensioni e incertezza, più di ogni altra forma artistica la fotografia si presenta come un linguaggio potenzialmente «universale», capace di superare confini geografici e culturali. Questa è l’idea che guida «Oltre i confini del Mediterraneo», sezione speciale di MIA Photo Fair 2024 a cura di Rischa Paterlini, dalla prossima settimana anche un podcast realizzato in collaborazione con «Il Giornale dell’Arte». In questo progetto, insieme all’immagine fotografica, capace di abbattere barriere e inglobare molteplici prospettive e punti di vista, le parole contribuiscono al racconto di un cambiamento che passa prima di tutto dall’apertura e dal confronto tra culture e terre diverse, nello specifico quelle del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Il podcast, sviluppato in sei puntate, propone momenti di approfondimento insieme ai protagonisti del progetto: giornalisti, galleristi, artisti, collezionisti e curatori. Ogni episodio inizia con un estratto dal libro Viaggio alla fine del millennio dello scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua, dedicato proprio alla relazione tra popoli di culture e religioni diverse.
Nella prima puntata, l’artista Matan Ashkenazy presenta la sua opera «A Cloud of Dust», in cui un singolo granello di sabbia diventa il testimone di un dialogo visivo che oltrepassa le divisioni geografiche e politiche. A condividere la scena, interviene Riccarda Mandrini, rappresentante per Abu Dhabi Art di gallerie e collezionisti d’arte , offrendo una panoramica sul mondo della fotografia contemporanea.
Rischa Paterlini introduce la seconda puntata, condividendo l’idea e lo scopo del progetto, offrendo il suo punto di vista sulla sua realizzazione e sul rapporto con i galleristi e gli artisti che hanno contribuito a renderlo unico. Insieme a lei, Francesca Malgara, direttrice di MIA Photo Fair, che ha fortemente sostenuto questa iniziativa.
Nella terza puntata, gli artisti intervistati sono Ramak Fazel, che esplora gli effetti dello spostamento geografico sull'identità culturale, e Zoya Shokoohi, artista iraniana che ha partecipato all’edizione precedente del MIA presentando la performance «Attraversa il confine», da cui trae ispirazione la sezione di quest’anno.
Il quarto appuntamento vede galleristi con provenienze diverse, Pierre Podbielski, fondatore di Podbielski Contemporary a Milano, Roya Khadjavi, fondatrice di Roya Khadjavi Projects a New York, Mary Lilith Fisher di Anna Laudel Gallery, con sedi a Istanbul e Bodrum in Turchia e Düsseldorf in Germania, e Lucia Pezzulla della galleria Red Lab di Milano, con una sede anche in Salento, condurre gli ascoltatori dietro le quinte del loro lavoro, esplorando il loro metodo di ricerca e il messaggio che intendono trasmettere attraverso la collaborazione con gli artisti.
Le ultime due puntate verranno infine realizzate in fiera con galleristi e curatori che daranno la propria voce per ampliare la conversazione sui temi affrontati dalla sezione speciale «Oltre i confini del Mediterraneo».
In un’epoca in cui i valori di condivisione e solidarietà sono fortemente messi in discussione, questo progetto speciale di MIA Photo Fair 2024, in collaborazione con «Il Giornale dell’Arte», celebra l’importanza di superare i confini per abbracciare la bellezza e la diversità delle molteplici identità che caratterizzano il nostro mondo.
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