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Bianca Celeste
Leggi i suoi articoliDei santuari di Poseidonia-Paestum quello extraurbano a nord dell’antica città e dedicato a Hera argiva (Heraion), si trova alla foce del Sele che nell’antichità segnava il confine tra il mondo magnogreco e quello etrusco della vicina Pontecagnano. Inagibile dal 2014 a causa della violenta inondazione del fiume, il Santuario sarà nuovamente leggibile e accessibile dal 4 dicembre grazie a un nuovo percorso di visita che unisce archeologia e natura («Il tempio al confine. Hera e il paesaggio del Sele»), prima tappa di un progetto che prevede nell’anno nuovo l’avvio del riallestimento del Museo Narrante dedicato alla dea, inaugurato nel 2001 e attualmente chiuso.
«La riapertura del Santuario di Hera sul fiume Sele restituisce al territorio un luogo fondativo della sua storia, spiega Tiziana D’Angelo, direttore dei Parchi archeologici di Paestum e Velia. Mito, paesaggio e archeologia tornano a essere parte di un’unica narrazione, resa oggi più accessibile e consapevole». Valorizzazione del Parco e nuove campagne di scavo permetteranno di far conoscere la storia stratificata di questo luogo che affonda le sue radici nel mito. Hera, regina degli dèi e moglie di Zeus, veniva venerata con l’appellativo di «argiva» perché secondo la leggenda Giasone, di ritorno con gli Argonauti dalla conquista del vello d’oro, avrebbe dedicato in questo luogo un santuario in suo onore e in segno di gratitudine per la protezione ricevuta durante il viaggio sulla mitica nave Argo.
Il culto della dea risale al VI secolo a.C. quando coloni greci provenienti da Sibari edificarono il santuario. Nel 2023 scavi condotti dagli archeologi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sotto la direzione di Bianca Ferrara, hanno portato alla luce tra il tempio tardo-arcaico e la stoà meridionale, tre «nuove» metope in arenaria, in stato di notevole degrado e frammentazione. Due di queste lastre erano state segnalate già dall’archeologa Paola Zancani Montuoro, cui si deve insieme con Umberto Zanotti Bianco negli anni ’30 del Novecento, la scoperta del santuario e degli oltre 6mila oggetti votivi e delle metope del fregio dell’edificio di culto più antico. Il recente rinvenimento di queste tre lastre (ascrivibili al VI-V secolo a.C.) e di altri materiali emersi dallo scavo ha permesso di allargare la conoscenza del sito: chi volesse contribuire alla loro conservazione e futura esposizione può farlo grazie alla campagna di raccolta fondi lanciata dal Parco o attraverso la piattaforma ArtBonus.
Il nuovo itinerario di visita si avvale di moderni pannelli espositivi, aree di sosta ombreggiate e di una passerella reversibile, all’interno di un’area estesa oltre 41mila metri quadrati passata al setaccio con indagini del terreno e studio dei materiali per la ricostruzione storica del sito. Cuore del progetto è il Giardino di Hera, con piante di melograno (il cui frutto spesso è associato alla dea), querce, mirto, lavanda, rosmarino e altre varietà mediterranee a rievocare la natura incontaminata e selvaggia che insieme alle paludi caratterizzava la zona.
«Con questo intervento minimo, semplice ma efficace, abbiamo inteso dare un primo grado di accessibilità alle strutture ancora visibili sul terreno e permettere una lettura contemporanea del sito nelle sue stratificazioni, connettendo la storia del santuario dedicato a Hera e del suo giardino, storicamente attestato, con la configurazione territoriale successiva, rappresentata dalla masseria ( la casa colonica che ospita il Museo Narrante, Ndr) e dalle attività colturali, oltre che dallo spiccato valore naturalistico della foce del Sele, afferma Antonella Manzo, architetto dei Parchi archeologici di Paestum e Velia. Questa prima fase rappresenta per noi l’avvio di un processo di miglioramento dell’accessibilità e dell’esperienza di visita: in futuro prevediamo ulteriori interventi integrati per garantire un accesso sicuro anche alle persone con necessità fisiche e cognitive specifiche, affinché possano fruire pienamente di un sito archeologico complesso costituito dall’area e dal museo narrante».
Visite guidate all’area archeologica e al Giardino di Hera sono previste al sabato (ore 11) e alla domenica (ore 15) con prenotazione obbligatoria (ingresso incluso nel biglietto ai Parchi archeologici di Paestum e Velia).
Metopa in pietra arenaria con coppia di fanciulle che sfilano in corteo danzando in onore di Hera, 500 a.C. Cortesia dei Parchi Archeologici di Paestum&Velia
Statuette di Hera seduta in trono, cosiddetta «Hera pestana», con coppa per il sacrificio nella mano destra e melagrana o cesti di frutti nella sinistra, IV secolo a.C. Cortesia dei Parchi Archeologici di Paestum&Velia
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