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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliL’ente di origine bancaria Fondazione Friuli è nato nel 1992, con radici profonde nei Monti di Pietà, prima, e nella storia delle Casse di Risparmio, poi. Ora ha una nuova casa, il Palazzo Antonini-Stringher a Udine, riaperto dopo un attento e importante restauro per essere un luogo stabile e punto di riferimento della cultura attraverso opere di valorizzazione delle collezioni, eventi, mostre e incontri aperti a tutti. Ce ne parla il direttore Luciano Nonis, che sottolinea come questa apertura sia importante non solo perché interessa un patrimonio architettonico e artistico di grande valore storico, ma anche perché contribuisce ad arricchire e rigenerare il tessuto urbano iscritto tra piazza Primo Maggio, il colle del Castello e via Gemona.
Viene fatto rinascere e rivivere un palazzo noto all’immaginario collettivo per aver ospitato una filiale della Banca d’Italia per oltre cento anni, un edificio che risale al tardo XVI secolo e che è legato ad Andrea Palladio, costituendo un ampliamento dell’originaria dimora progettata dal celebre architetto per la famiglia Antonini proveniente da Amaro, in Carnia. Fu oggetto di rinnovamento tra fine Seicento e inizio Settecento, quando acquisì ornamenti di gusto tardobarocco riportati alla luce dai recenti restauri.
L’intero complesso, compreso il vicino palazzo palladiano, nel 1899 e dal 1923 ha attuato una serie di importanti trasformazioni interne, divenendo sede della Banca centrale del Regno d’Italia e poi Banca d’Italia fino al 2009, quando l’istituto ha chiuso i propri uffici e messo in vendita l’immobile. Dopo anni di transizione e numerosi passaggi, l’esito felice. Gli austeri portoni, ricorda Nonis, sono rimasti chiusi per molti anni, fino a quando nel novembre 2018 è stata autorizzata la cessione del palazzo palladiano al professor Attilio Maseri, eminente cardiologo friulano conosciuto in tutto il mondo. Maseri ha voluto donarlo all’Università di Udine, che a sua volta, nel settembre 2020, ha acquisito l’edificio che ospitava la tesoreria e gli uffici amministrativi della Banca d’Italia, cedendolo prima in comodato e poi in proprietà alla Fondazione Friuli.
Oggi percorrendo gli spazi di Palazzo Antonini-Stringher si possono ammirare quattro secoli di storia, raccontata dagli apparati e dagli interventi architettonici e decorativi. Si va dagli antichi affreschi di soggetto mitologico all’imponente scalone d’accesso progettato dall’architetto udinese Pietro Zanini negli anni Venti del secolo scorso. I lavori di recupero hanno avuto il merito di far emergere tanti aspetti nascosti e dimenticati, prosegue Nonis. Oggi questo edificio instaura un dialogo architettonico con l’adiacente Palazzo Antonini-Maseri, a firma del Palladio, e apre un passage vitale per il tessuto urbano di Udine e di questo quartiere storico della città.
Sede della Fondazione Friuli, il palazzo ospita uffici operativi, spazi di rappresentanza e un’ampia e attrezzata sala conferenze, in grado di ospitare incontri, dibatti e presentazioni, ma anche, e soprattutto, spazi espositivi, il vero cuore pulsante della nuova sede. Essi offrono la possibilità di ospitare mostre temporanee e di valorizzare in un percorso permanente le quasi settecento opere che costituiscono il patrimonio culturale e artistico della fondazione. Il nucleo costitutivo era di proprietà della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, è stato acquisito nel 2006 dalla Fondazione ed è stato ampliato successivamente nel corso degli anni attraverso ulteriori donazioni e acquisti. Le opere d’arte attribuibili a circa 150 autori vanno dai dipinti (oltre trecento) alle sculture, presenti in minore proporzione, ma ci sono anche disegni e stampe (in tutto oltre duecento). A queste si aggiungono mobili, suppellettili e decorazioni musive databili dal XVI secolo ai giorni nostri.
Attualmente a Palazzo Antonini-Stringher è esposta nel percorso permanente una selezione delle più rilevanti opere d’arte antica e contemporanea della collezione, che in gran parte afferisce all’ambiente creativo regionale. Tra gli artisti antichi presenti, Pomponio Amalteo, Nicola Grassi e Jacopo Negretti detto Palma il Giovane. Tra i contemporanei, invece, Afro e Mirko Basaldella e Giuseppe Zigaina. Il patrimonio delle opere d’arte è stato oggetto di catalogazione ed è disponibile per esposizioni temporanee in sinergia con altre istituzioni culturali. Alcune opere sono concesse in comodato a Intesa Sanpaolo e collocate, tra gli altri, nel Palazzo del Monte di Pietà di Udine, al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, a San Daniele nella Biblioteca Guarneriana, nelle sedi dell’ex Rettorato dell’Università degli Studi di Udine, del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo e di Casa Cavazzini a Udine. La Fondazione Friuli, conclude Nonis, rafforza così la sua vocazione a favorire il dialogo e la crescita nei diversi settori culturali e sociali.

Le pareti decorate dello studiolo settecentesco scoperte durante i lavori di restauro
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