Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliPalmira (Siria). Ora che il sito romano di Palmira, patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, è stato liberato dal gruppo Stato islamico e pare essere completamente sotto il controllo dell’esercito ufficiale siriano occorrerà comprendere esattamente che cosa e quanto l’Isis ha distrutto. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, organismo che ha sede a Londra, e secondo tante immagini, i danni sono stati ingenti anche se per fortuna l’umanità non ha perso tutti i resti di quel luogo per il quale ha dato la vita l'archeologo Khaled al-Asaad, 82 anni, direttore del sito che nello scorso agosto è stato decapitato dai miliziani dell'Isis. «La liberazione di Palmira, scrive l’archeologo Paolo Matthiae, apre uno scenario nuovo e complesso nella prospettiva dei restauri, della ricostruzione e della rinascita delle opere, dei monumenti, del museo della spettacolare perla del deserto fiorita per almeno tre secoli agli inizi dell’era cristiana in una posizione strategica tra gli imperi di Roma e dei Parti prima e Sasanidi poi».
Stando alle immagini diffuse dal Dgam, la Direzione generale per le Antichità e i Musei del Ministero della Cultura siriano, quasi tutto il tempio di Bel, dedicato alla divinità mesopotamica e consacrato nel I secolo d.C., sarebbe a terra: in piedi solo l’arco di un portale di accesso, ma abbattuta l’intera facciata che si era mantenuta. Distruzioni meno accanite, ma evidenti, anche all’arco trionfale di Palmira, antico di duemila anni e simbolo del sito: si era conservata larga parte degli archi di accesso che ora paiono molto danneggiati dalle immagini. Il prossimo 19 aprile una replica in marmo del monumento verrà collocata a Londra, a Trafalgar Square, e quindi a New York. L'ha realizzata un laboratorio di Carrara, TorArt, su iniziativa dell'Institute for Digital Archaeology in collaborazione con l'Unesco, l'Università di Oxford, il Museo del Futuro di Dubai e il Governo degli Emirati Arabi Uniti.
Sventrata anche parte della cittadella di Palmira, teatro nei giorni scorsi della battaglia tra uomini dell’esercito e delle bande nere dell’Isis.
Si è intanto aperto un dibattito sulla ricostruzione, attraverso le stampanti 3D, dei monumenti distrutti dal gruppo Stato islamico. Ci sono favorevoli, come la professoressa Maria Teresa Grassi dell’Università di Milano che ha scavato in Siria nel 2007-2010 e contrari come l’archeologo Amr Al-Azm della Shawnee University dell’Ohio, ex responsabile del restauro ai musei statali siriani. La Grassi ricorda, in una intervista al «Corriere della Sera», che esiste una megastampante alta 12 metri realizzata dall’imprenditore Massimo Moretti nel 2015: «Ne ho parlato anche con il professor Paolo Matthiae perché si potrebbe usare per la riproduzione dei monumenti distrutti la stessa pietra originale dei resti polverizzata con quella locale. È infatti impossibile qui procedere per anastilosi, proprio perché quei monumenti sono stati praticamente polverizzati».
Controbatte l’archeologo Al-Azm su «la Repubblica»: «Non facciamo a Palmira una ricostruzione frettolosa, documentiamo piuttosto con precisione lo stato reale dei monumenti visto che per ora possediamo solo foto mentre occorre mandare esperti sul terreno a recuperare e catalogare ogni resto. Realizzare i beni in 3D? Ma così si producono simulacri, piuttosto costruiamo un piccolo museo con resti e foto che siano memoria di questi fatti culturali atroci».
Nei giorni scorsi, infine, il ministro Dario Franceschini, ha ricordato che «I nostri caschi blu della cultura sono pronti ad intervenire: se Palmira sarà la prima occasione in cui verremo chiamati lo decideranno l'Unesco e la comunità internazionale, che devono anche stabilire tempi, modalità e coinvolgimento di uno o più Paesi. Noi siamo pronti».
Articoli correlati:
Irina Bokova: La distruzione di Palmira è un crimine che non resterà impunito
Unite4Heritage, s'insediano i primi 60 caschi blu della cultura italiani Distrutto dall'Isis parte dell'Arco Romano a Palmira
Distrutte tre torri funerarie a Palmira
L'Isis distrugge il tempio di Bel a Palmira
Palmira, distrutto dall'Isis il santuario di Baal Shamin
Assassinato dall'Isis l'ex direttore delle antichità di Palmira
Ecco perché (forse) Palmira non sarà distrutta
Primi crolli a Palmira, colpite due colonne
Palmira in mano all'Isis
Sos Palmira: la minaccia dell'Isis sull'antica città della Siria
Devastazioni. L’arte millenaria di Egitto e Siria nella furia di guerre incivili
L'allarme di Paolo Matthiae: «Stanno rubando i mosaici di Palmira e Apamea»

Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione

Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione

Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione

Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione
Altri articoli dell'autore
Alla Galleria Bper 39 opere (da Guercino a Ontani, da Jules van Biesbroeck a Klinger) illustrano il rapporto tra esseri mitologici e la condizione umana odierna
Alle Sale Chiablese oltre 100 opere dal Quattrocento al Novecento per un lungo excursus che pone al centro la bellezza del gentil sesso
Negli spazi della Fondazione luganese, due appuntamenti celebrano l’anniversario della raccolta dei coniugi che, in mezzo secolo, acquisirono oltre 250 opere da Balla a Warhol
Nel centenario della nascita il Museo di San Domenico, a Imola, riunisce una settantina di opere dell’artista che amava sperimentare con i materiali più eterogenei