Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Un particolare del monumento funebre di Urbano VIII dopo il restauro

Image

Un particolare del monumento funebre di Urbano VIII dopo il restauro

Per il Papa uno scheletro della Morte a tratteggi d’oro

All’interno della Basilica di san Pietro si è concluso il restauro dei monumenti funebri di Urbano VIII e Paolo III Farnese, realizzati rispettivamente da Bernini e da della Porta. Sotto la chiesa, la Necropoli è stata rivitalizzata da una nuova illuminazione a led

Image

Arianna Antoniutti

Leggi i suoi articoli

«Abbiamo completato una trilogia della luce». Con queste parole Alberto Capitanucci, ingegnere responsabile dell’area tecnica e beni culturali della Fabbrica di San Pietro, ha illustrato gli interventi di restauro effettuati, all’interno della Basilica di San Pietro, sui monumenti funebri di Urbano VIII Barberini, realizzato da Gian Lorenzo Bernini e dai suoi collaboratori fra il 1627 e il 1647, e di Paolo III Farnese, progettato da Guglielmo Della Porta fra il 1549 e il 1577. La trilogia aveva avuto inizio con il restauro del Baldacchino di Bernini, per poi proseguire con l’intervento conservativo sulla Cattedra. «Se pensiamo al Baldacchino, alla Cattedra e ai due monumenti, continua Capitanucci, i tratteggi d’oro sono in realtà dei segni di luce, di orientamento, di accento». Quei tratteggi d’oro, che la pulitura ha riportato a nuova luce, sono solo una parte del progetto di rinnovamento, nell’anno del Giubileo, della Basilica dedicata al principe degli apostoli. Contestualmente allo svelamento dei grandiosi monumenti dei due pontefici, posti a destra e a sinistra della Cattedra, è stato presentato anche il lavoro di implementazione tecnologica e sicurezza della Basilica Papale, la riqualificazione illuminotecnica della Necropoli Vaticana, delle Sale archeologiche e delle Grotte Vaticane. E, infine, sul fronte della sicurezza, è stato comunicato il nuovo piano di esodo della Basilica di San Pietro.

Per tre mesi, da febbraio ad aprile, i ponteggi hanno avvolto i monumenti funebri dei papi Barberini e Farnese. Per restituire al marmo e al bronzo l’originaria lucentezza sono state al lavoro contemporaneamente fino a sedici persone. Le immagini del prima e del dopo il restauro sono eloquenti nel mostrare quanto, nel corso dei secoli, le dorature presenti sulle sculture fossero offuscate. Si vedano i dettagli della veste di papa Paolo III e lo scheletro bronzeo della Morte, strepitosa invenzione berniniana, intenta a scrivere su di un cartiglio il nome di Urbano VIII.

«Intervenendo sul sepolcro di Urbano VIII, ha aggiunto il responsabile della Sezione Necropoli e beni artistici della Fabbrica di San Pietro Pietro Zander, si è deciso di procedere alla rimozione del velo in gesso che impropriamente copriva il seno della Carità. Tale intervento alterava e comprometteva la corretta lettura della statua, che nella sua iconografia è rappresentata come una donna che allatta, o ha appena allattato, un bambino. Si trattava di un intervento “censorio”, eseguito da Pietro Galli il quale fu nominato scultore della Reverenda Fabbrica il primo maggio del 1850, ricevendo anche l’incarico di mettere i “brachettoni” a diverse statue e rilievi in Basilica. Il “disvelamento” della statua della Carità è del tutto legittimo per restituire la corretta lettura dell’opera».

«Ma il luogo più poetico che abbiamo creato, aggiunge Capitanucci, è la Necropoli, dove si assiste a una rimeditazione della luce nello spazio del sacro». La Necropoli, che ospita la tomba di Pietro e che è posta a una profondità compresa tra i tre e gli undici metri rispetto al pavimento della navata centrale della Basilica, è, nelle parole di Zander, «il cuore della Basilica stessa». La Necropoli, scavata tra il 1939 e il 1949, ospita sepolture pagane e cristiane e si sviluppò tra la fine del I secolo d.C. e il IV secolo d.C. L’ultimo intervento di illuminazione qui eseguito risaliva al Giubileo del 2000, e ora un progetto realizzato da Osram, ha visto il passaggio dalle lampade alogene ai led, con luci regolabili che rispettano il delicatissimo microclima degli ambienti.

«Nel cuore del Giubileo della speranza, ha concluso l’arciprete della Basilica cardinale Mauro Gambetti, il restauro dei monumenti funebri dei pontefici Paolo III e Urbano VIII, così come la nuova illuminazione della Necropoli e delle Grotte Vaticane, si rivelano gesti di luce e memoria, che accompagnano e accompagneranno sempre più il pellegrino in un’esperienza di bellezza, contemplazione e fede. Vogliamo offrire un’immersione nella storia e l’esperienza profonda del sacro. Vedremo gli spazi archeologici come li hanno visti i primi cristiani, i papi di secoli addietro, nello splendore di chiaroscuri che rimandano alla luce delle fiaccole che illuminarono la nascita della Chiesa e la nostra strada».

Arianna Antoniutti, 15 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

«Ci eleviamo sollevando gli altri» è la seconda installazione del progetto di rigenerazione urbana «Murales». Fino a fine 2026 le opere di sei artisti si alterneranno sui silos della erigenda fermata di Piazza Venezia, mitigandone l’impatto visivo

In un recente convegno sono stati presentati i primi risultati delle attività di conservazione e manutenzione del monumento, innalzato nel 113 d.C. nel Foro romano, programmate nel triennio 2023-26 

L’Autorità Garante per la Concorrenza ha sanzionato CoopCulture, il gestore del servizio fino al 2023, e sei operatori turistici, che avrebbero contribuito «in piena consapevolezza, al fenomeno della grave e prolungata indisponibilità dei biglietti di ingresso a prezzo base» 

Due capolavori del Rinascimento, l’uno dalla Pinacoteca Vaticana e fresco di restauro, l’altro eccezionalmente in prestito dalla Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto di Roma, per la prima volta insieme nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo in un confronto iconografico e spirituale

Per il Papa uno scheletro della Morte a tratteggi d’oro | Arianna Antoniutti

Per il Papa uno scheletro della Morte a tratteggi d’oro | Arianna Antoniutti