Maria Letizia Paiato
Leggi i suoi articoliPromuovere il territorio attraverso la bellezza. La Fondazione Perugia da oltre trent’anni individua nel sostegno all’arte la via da percorrere per la valorizzazione del territorio e lo sviluppo culturale delle generazioni future. Fra le principali azioni dell’ente filantropico quella collezionistica, unitamente all’organizzazione di mostre, eventi culturali e progetti di natura sociale.
L’attuale raccolta conta oltre mille opere, confluite nel tempo fra donazioni, lasciti acquisizioni sul mercato e vanta importanti esempi del Rinascimento Umbro, con opere del Pinturicchio e Matteo da Gualdo, del tardo Rinascimento, con artisti come il manierista Federico Zuccari, cui di recente si sono aggiunte due straordinarie opere di Pietro di Cristoforo Vannucci, il Perugino. Due tavole dipinte ad olio, il «Cristo coronato di spine» (1497-1500) e la «Vergine» (1500), che tornano finalmente in Italia grazie a un’acquisizione in un’asta viennese, commentata da Alcide Casini, presidente della Fondazione dallo scorso maggio, come «un grande successo a vantaggio di tutto il territorio. Il ritorno in Italia dei due capolavori consentirà la loro piena valorizzazione e soprattutto la loro fruizione pubblica, come è nella missione del nostro ente».
Entrambe le opere, dipinte su un fondale nero bitume, mostrano le più importanti caratteristiche dello stile unico di Pietro Vannucci, dove l’esperienza fiamminga, la pittura toscana e veneta, senza dimenticare la lezione del maestro Raffaello, quello prassitelico, tipico negli anni Novanta del XV secolo, restituiscono un singolare lirismo, raffinato, aggraziato, peculiare per i valori suggestivi del disegno, della luce e delle cromie. Queste figure, commoventi, pacate e di grande spiritualità, potrebbero aver fatto parte della collezione dell’intellettuale fiorentino Cosimo Bordoni, medico personale del granduca Cosimo III de’ Medici, componendo senza dubbio un dittico collegato da cerniere e destinato alla devozione privata.
Nel Palazzo Baldeschi queste due opere sono inserite nella collezione d’arte rinascimentale, di cui fa parte anche la «Madonna col bambino e due cherubini» anch’essa di Perugino, e contribuiscono a consolidare il patrimonio della Fondazione come bene pubblico non solo per gli amanti dell’arte e gli eruditi ma per la collettività tutta. C’è infine tempo fino al 6 gennaio per visitare la mostra «Natura/Utopia. L’arte tra ecologia, riuso e futuro» a cura di Marco Tonelli, che attraverso oltre quaranta opere di tredici artisti internazionali narra del complesso rapporto dell’uomo con la natura e il suo futuro.
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