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Maria Letizia Paiato
Leggi i suoi articoliPaolo Scirpa ci ha lasciato il 29 luglio nella sua casa di Milano. È stato fra gli artisti più importanti nell’ambito degli studi intorno alla luce e lo spazio, maestro indiscusso dell’illusione di profondità grazie ai suoi «Ludoscopi» concepiti fra gli anni ’70 e ’80, opere tridimensionali che con un gioco di neon propongono la percezione di profondità fittizie: per la sua geniale sperimentazione in questo campo di ricerca è una figura riconosciuta a livello internazionale.
Siciliano, originario di Siracusa, classe 1934, Scirpa dal 1968 vive e frequenta il capoluogo lombardo dove fino al 2001 è anche titolare di cattedra all’Accademia di Belle Arti di Brera. Tubi luminosi, specchi, tutto ciò che ha a che fare con la riflessione ha sempre rappresentato nella sua visione, elemento di forza ed energia entro cui far convergere il senso del mistero dell’umano e dell’universo. Se gli anni degli esordi lo collocano vicino alle ricerche di matrice ottico-percettivo, è più nel mondo del simbolismo medievale e rinascimentale che meglio si radica il suo lavoro, dove l’elemento luce rappresenta il cuore pulsante della sua espressione artistica.
Sempre coerente a sé stesso, Paolo Scirpa non ha mai smesso fino all’ultimo giorno di pensare all’arte. La sua ultima partecipazione collettiva è attualmente in corso nella mostra «Global Future, Generazione dalla luce» nell’ambito di «Stills of peace and Every day life XII edizione» nella città di Atri (Te) a cura di Marta Michelacci e Antonio Zimarino. Fra le partecipazioni a mostre e rassegne si ricordano, per citarne alcune, la IX e la XIII Quadriennale di Roma, la Biennale di Parigi, esposizioni al Mart di Rovereto, al Macro di Roma e al Macba di Buenos Aires. In Italia alcune sue opere sono conservate al Museo del Novecento di Milano, alle Gallerie d’Italia, al Maga di Gallarate, alla Galleria Nazionale e nella collezione Farnesina di Roma.
Una veduta della mostra «Global Future, Generazione dalla luce» ad Atri (Te) con le opere di Paolo Scirpa. Photo © Paolo Dell’Elce
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