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Più espositori e visitatori

Vittorio Bertello

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Obiettivo 2016: nuovi settori, come la fotografia storica e l’arte etnografica

La terza edizione di Flashback, la fiera d’antiquariato torinese dedicata all’arte antica e moderna e ospitata dal PalaAlpitour dal 5 all’8 novembre, si è chiusa domenica 8 con un positivo dato di presenze nonostante la partita domenicale Torino - Inter: 14mila biglietti staccati nei quattro giorni di apertura. Un dato in crescita: nei tre anni di storia della rassegna, si è passati dagli 11mila visitatori dell’esordio nel 2013 (quando Flashback era ospitata dalla Promotrice delle Belle Arti) ai 12mila del 2014 ai 14mila di quest’anno. Direttamente proporzionale anche il numero degli espositori nelle tre edizioni: 30 nel 2013, 32 nel 2014 e 35 quest’anno. «Da sempre abbiamo come obiettivo di arrivare a una quarantina di espositori. Se dovesse succedere non so se l’Oval, che a noi piace molto per il suo look contemporaneo, potrebbe ancora ospitarci; quest’anno, pur ampliati sul piano superiore, gli spazi erano “giusti”», ci dice Ginevra Pucci, una delle due organizzatrici (l’altra è Stefania Poddighe).

Tra gli stand, in quello della galleria torinese Il Cartiglio erano esposti alcuni cimeli cavouriani (3 diari, due di Cavour stesso e uno della madre Adele de Sellon, una serie di documenti, tra cui le bozze del regolamento di Casa Cavour, un paio di occhialini dorati e uno zuccotto da camera) per i quali il titolare Roberto Cena ha raggiunto un accordo con Nerio Nesi, presidente della Fondazione Cavour di Santena per l’acquisto. Cena della fiera notava l’«ottimo livello di una fiera antiquaria molto “fresca”, che attualizza l’oggetto antico». Simone Aleandri, titolare di una galleria romana specializzata in arte moderna e contemporanea e per la prima volta presente a Flashback (con un magnifico Balla, «Il cesellatore», un ritratto di Duilio Cambellotti), si dichiarava «soddisfatto del riscontro di pubblico, oltretutto molto preparato». Tra le sue vendite una tempera di Sironi, due disegni di Casorati e un dipinto di Vittorio Zecchin. Enrico Caviglia, antiquario di Lugano (Ch) specializzato in maioliche, porcellane e vetri, ha approvato «il taglio essenziale, concentrato in pochi giorni, della fiera» e definito i visitatori «gente interessata e competente».

Sempre di Lugano Marco Antonetto, di Photographica Art Gallery: una «fiera che sta crescendo. Ho intavolato delle trattative che stanno andando in porto». Il fiorentino Sasha Frascione, bisnipote del fondatore della galleria Enrico, non ha venduto ma ha dichiarato che ritornerà, mentre Marco Longari ha avviato contrattazioni per alcune opere in mostra. La galleria La Tesoriera (Torino) aveva alcune opere di Casorati. Hanno raggiunto un pubblico perlopiù locale sia la galleria di Carlo Orsi, sia Moretti e Robilant+Voena. Massimiliano Caretto di Caretto e Occhinegro (Torino) ha registrato «un maggior interesse del pubblico. Siamo in fase finale di trattativa con un collezionista under 30 e con un privato olandese» e anche Stefano Testa della Galleria Il Ponte (sempre Torino) ci ha riferito di «trattative molto avanzate, anche con stranieri». «Siamo molto contenti dei risultati dei tre anni di attività della fiera, per l’alta qualità che la contraddistingue», commenta ancora Ginevra Pucci. «È nostra intenzione il prossimo anno coprire settori ancora inesplorati, come la fotografia storica (tra il 1860 e il 1930), l’arte oceanica e africana (settore molto complesso; non ci sono molte gallerie al mondo che trattano questo genere) e l’archeologia (un settore problematico per la rigida tutela)».

Vittorio Bertello, 11 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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