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Gianfranco Ferroni
Leggi i suoi articoliA Roma, a Palazzo Madama, si trova il busto dello scultore, compositore e senatore a vita Pietro Canonica, eseguito dallo stesso artista a partire dal calco in gesso del suo allievo Renato Frediani. Tra i tanti riconoscimenti pubblici ricevuti da Canonica, la nomina a senatore a vita fu senza dubbio il più elevato: avvenne nel 1950 da parte del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Canonica (1869-1959) entrò dodicenne all'Accademia Albertina di Torino, seguendo le lezioni dello scultore Odoardo Tabacchi per apprendere la tecnica della modellazione in creta. Nel 1922 si trasferisce a Roma e nel 1927 ottiene in concessione dal Comune l’uso della casa che oggi conserva ed espone alcuni suoi lavori, bozzetti e strumenti di lavoro. La casa-museo, immersa nel verde di Villa Borghese, è chiamata Fortezzuola: qui l’artista visse fino alla sua morte.
Nella scheda biografica del Senato della Repubblica si sottolinea il valore dato da Canonica alla figura biblica Ruth, «più volte replicata dall’artista. Il primo esemplare in bronzo, dopo essere stato esposto al Circolo degli artisti di Torino, fu acquistato da re Umberto I. Modella per la realizzazione di questo soggetto fu Tina, giovane donna che all’epoca posava per gli studenti dell’Accademia Albertina di Torino e con la quale Canonica ebbe una lunga storia d’amore». Celeberrimo il ritratto di «Donna Franca Florio» e «quello di Emily Doria Pamphilj, realizzato nel 1901, oggi custodito a Palazzo Doria Pamphilj a Roma, e quelli della regina Alessandra d’Inghilterra, di Edoardo VII e della regina Vittoria, tutti del 1903 e conservati a Londra a Buckingham Palace. È a questo tipo di produzione artistica che è legata la fortuna di Canonica in questi anni». E Canonica era stato chiamato a Roma per partecipare alla Commissione reale per il Monumento a Vittorio Emanuele II, per cui scolpirà ai piedi della gradinata la colossale statua del Mare Tirreno.
Da evidenziare che «nel 1906 Canonica si recò a San Pietroburgo dove ebbe occasione di conoscere lo zar Nicola II, per il quale, sei anni dopo, avrebbe realizzato l’imponente gruppo in bronzo per la Glorificazione della guerra russo-turca del 1877-78. Il monumento con la grande statua equestre di Nikolaj Nikolaevič fu inaugurato nella piazza Manejnaja di San Pietroburgo nel 1914 e distrutto tre anni dopo, durante la rivoluzione del 1917. L’intero gruppo, alto 12 metri e di cui rimangono solo fotografie e il modello nella casa-museo a Villa Borghese, era stato plasmato negli studi dell'artista e poi fuso a Torino. Il trasferimento nella capitale russa ha tratti da epopea: secondo quanto racconta Francesco Sapori nel suo volume dedicato allo scultore, la statua equestre, alta da sola cinque metri, risultò troppo massiccia per essere caricata sui vagoni ferroviari. Venne allora collocata su un carro tirato da buoi e, durante il percorso, fu necessario abbattere una casa all’interno di un villaggio affinché potesse passare. Giunta a Savona, la statua fu imbarcata su un incrociatore russo e riuscì finalmente a raggiungere San Pietroburgo in tempo per l’inaugurazione con solenne cerimonia militare. Fu questa la più monumentale opera realizzata da Canonica nel corso della sua lunga vita». Professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, assunse a Torino il ruolo di direttore di scena al Teatro Regio. Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e, nel 1930, di San Luca.
La fama di artista internazionale nasce dalle numerosissime commissioni ottenute per erigere monumenti celebrativi: ecco Canonica «invitato dal Governo turco a Istanbul per prendere accordi sul monumento che la giovane Repubblica intendeva far realizzare in onore degli eroi della liberazione e, una volta lì, anche le città di Ankara e Smirne gli commissionarono dei lavori. Il Monumento alla Repubblica, situato in piazza Taksim a Istanbul, commemora la formazione della Repubblica turca nel 1923, mentre le statue equestri a Kemal Atatürk ad Ankara e a Smirne vogliono raffigurare la lotta del capo, in comunione con il popolo, per la liberazione e il progresso». Canonica venne chiamato «in Iraq per eseguire il monumento equestre al re Faysal I a Baghdad (gruppo marmoreo distrutto durante la rivoluzione del 14 luglio 1958 e sostituito con una copia in bronzo) in cui il sovrano è rappresentato come un cavaliere del deserto in costume arabo. Nel 1932 lo stesso paese gli commissionò la statua dedicata a ’Abd al-Muḥsin Sa’dūn, primo ministro iracheno di Faysal (opera perduta, nota solo attraverso le fotografie e il modello della testa nella casa-museo). In Egitto, invece, Canonica eseguì nel 1929 un busto in marmo, oggi disperso, del re Fuad I, e un monumento al khedivé Ismail Pascià finanziato dalla Colonia italiana di Alessandria e inaugurato nel 1938». In Vaticano, a San Pietro, la commissione per il monumento a Benedetto XV in cui il pontefice è ritratto in ginocchio, nell’atto di pregare a mani giunte per la pace, e poi il gruppo marmoreo di san Giovanni Bosco e Domenico Savio con un fanciullo, e il monumento funerario a Pio XI, poi trasferito nel Palazzo del Laterano. E poi la statua del generale venezuelano Simon Bolivar, oggi collocata a Villa Borghese, per celebrare la liberazione dei paesi dell’America del Sud dalla dominazione spagnola. È datata 1953 l’ultima sua opera della serie eroica: il mausoleo a Vittorio Emanuele Orlando, nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma con sarcofago in marmo giallo di Siena e rilievi in marmo di Carrara.
Come senatore a vita fece parte del «gruppo misto» e contribuì ai lavori della Commissione permanente per l’Istruzione pubblica e le belle arti, sostenendo l’istituzione di un ente per il restauro e la valorizzazione delle ville venete. In Senato, oltre all’intera attività parlamentare e ai resoconti degli interventi tenuti in assemblea e in commissione, si conservano presso l’Archivio Storico due lettere manoscritte a Giovanni Gentile e una pagina di Benedetto Croce dedicata alla composizione del Consiglio delle belle arti, con una valutazione su Canonica. Luigi Einaudi scrisse nel suo diario, il 3 febbraio 1947: «Dallo scultore Canonica con Ida nel pomeriggio. Non si dà arie. Ha una galleria di re e imperatori e pezzi grossi veramente singolari. È un artista degno della sua fama».
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