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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliCome Lucca è riuscita a trovare nei comics un attrattore turistico e culturale di importanza nazionale, così Pisa ambisce a diventare capitale italiana della Street art. Dietro questa intuizione ci sono Gian Guido Grassi e la sua associazione Start Attitude, che prendendo spunto dall’ultimo murale eseguito da Keith Haring nel 1989, «Tuttomondo», hanno avviato nel 2017 quello che oggi si configura, con oltre 4mila metri quadrati di superfici dipinte, 15 artisti italiani e internazionali coinvolti e 25 opere disseminate sulla riva sinistra dell’Arno nella zona di Porta a Mare, come il più vasto museo italiano a cielo aperto dedicato all’arte urbana. Un progetto che, anche grazie a eventi performativi e spettacolari, ha ottenuto il sostegno di Consiglio della Regione Toscana, Provincia e Comune di Pisa, Fondazione Pisa e Fondazione Palazzo Blu. Due nuovi murales sono appena stati terminati da Etnik e Zed1 al Deposito della Polizia Idraulica, nell’ambito della prima edizione del Festival della Strada che in 4 mesi ha richiamato 30mila persone.
«Il mio rapporto con le istituzioni, Comune e Università in primis, risale al 2016, ricorda Grassi, laureato in giurisprudenza con tesi sul diritto d’autore, quando diventai rappresentante degli studenti universitari nel comitato direttivo dei musei pisani. Avendo poi deciso Fondazione Pisa di celebrare i 30 anni del muro di Haring, si è rivolta a noi per organizzare una mostra a Palazzo Blu sulla Street art contemporanea. “Tuttomondo” costituisce del resto un fondamentale caso studio anche sotto il profilo della tutela, essendo il primo muro vincolato in Italia da una Soprintendenza (2013) e uno dei primi nel mondo, oltre a rivestire grande importanza sul piano collettivo, essendo riuscito a riqualificare nel corso del tempo, grazie alla sua sola presenza, l'intera area circostante».

Murale dedicato a Galileo da Kobra
Il percorso di arte urbana delineato da Start si snoda attualmente tra il recentissimo murale in via Silvio Pellico dedicato a Galileo dall’artista brasiliano Kobra, fino alla Darsena, includendo i piloni della strada di grande comunicazione Fi-Pi-Li (Firenze-Pisa-Livorno) e insistendo in modo particolare sull’ex quartiere industriale e operaio Saint-Gobain, a poca distanza da stazione, centro storico e mura.
«Nata nel Cinquecento su impulso di Cosimo I de’ Medici, che fece realizzare il Canale dei Navicelli per collegare gli arsenali pisani al nuovo porto di Livorno, precisa Grassi, l’area di Porta Mare fu scelta a inizio ’900 per gli stabilimenti della vetreria Saint-Gobain, che con i suoi 10mila operai rese Pisa la terza città industriale d’Italia. Ricostruito dopo i bombardamenti del 1943, il comparto però andò in crisi e il quartiere divenne alla fine degli anni Sessanta teatro degli scontri studenteschi e operai contro la polizia. La nostra scommessa era riscoprire la complessa identità di questo luogo, valorizzandola e rigenerandola grazie a interventi artistici site specific di alta qualità».

Due nuovi murales di Etnik e Zed1 al Deposito della Polizia Idraulica
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