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UNA Gallery vince il Premio Diana Bracco 2025

Courtesy of Artissima

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UNA Gallery vince il Premio Diana Bracco 2025

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Premio Diana Bracco - Imprenditrici ad arte Terza edizione. Paola Bonino e Marta Barbieri

La rubrica di approfondimento dedicata al premio promosso dalla Fondazione Bracco in collaborazione con la Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco, che celebra la figura dell’imprenditrice in ambito artistico

Monica Trigona

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Istituito in linea con l’impegno della Fondazione Bracco nella promozione del merito e delle competenze femminili in collaborazione con la Fondazione Roberto de Silva e Diana Bracco, il Premio Diana Bracco-Imprenditrici ad arte celebra la sua terza edizione ad Artissima. Anche quest’anno è accompagnato da una rubrica di approfondimento e riflessione sulla figura dell’imprenditrice nel mondo dell’arte. Sei gli appuntamenti previsti, a partire da un’introduzione sulla nascita della figura della gallerista nel corso del secondo Novecento. A seguire, le interviste con i tre giurati, Elisabetta Barisoni, dirigente Area Musei di Ca’ Pesaro e del Museo Fortuny, Venezia e MUVE, Mestre, l’artista Monica Bonvicini e Christian Leveet, collezionista, filantropo e fondatore di FAMM di Mougins oltre alle vincitrici del premio 2025 e, infine, alla promotrice Diana Bracco.

Secondo voi, quali aspetti del vostro percorso e della vostra attività hanno colpito maggiormente la giuria del Premio Diana Bracco?
Già a partire dal nome, UNA, si sottolinea una gestione al femminile, che non si limita alla scelta di artiste donne (senza esclusività) nel nostro programma, ma anche a una visione che mette al centro la cura, l’attenzione e il lato umano del fare galleria.Il nome UNA è stato scelto per la sua semplicità e la sua precisione, poiché spiega esattamente ciò che siamo, ovvero una galleria. In un mondo di overstatement e riferimenti altisonanti volevamo un messaggio chiaro ed essenziale, un nome universale che con solo tre lettere dicesse quello che siamo. La presentazione del Booth di Valentina ha poi sicuramente aiutato la giuria.
UNA Gallery nasce nel 2018 a Piacenza, in un contesto lontano dai grandi centri dell’arte contemporanea come Milano o Torino. Quali sono state le principali sfide — ma anche le opportunità — nell’aprire e far crescere una galleria in una città di provincia?
La scelta di aprire la galleria in un centro piccolo e “marginale”, non ancora incluso nella mappa internazionale dell'arte contemporanea (specialmente sette anni fa, abbiamo aperto UNA nel 2018), risponde a una precisa volontà di portare avanti una ricerca indipendente, con un approccio più rifessivo e personale nei confronti del fare galleria e della sua fruizione, investendo le energie in un tempo di qualità da condividere con artisti e il pubblico che viene a trovarci. Piacenza è una località inaspettata, ricca di storia e al crocevia tra quattro regioni, tradizionalmente un luogo di passaggio e di collegamento: questa scelta ha permesso lo sviluppo di nuove forme di dialogo e simbiosi tra geografe inattese, tra passato e presente, locale e globale. In uno spirito di scambio e di crescita condivisa, il 2025 ha segnato l’apertura di un secondo spazio a Milano. Pur mantenendo il nostro headquarter a Piacenza, lo spazio milanese è un tassello fondamentale nella nostra crescita imprenditoriale,  concepito come luogo di collaborazione e di convergenza per le pratiche artistiche emergenti, in una città che si afferma sempre più come capitale europea dell’arte contemporanea. 
Qual è il vostro background, professionale e personale? In che modo le vostre esperienze precedenti hanno contribuito a definire la visione e
l’identità di UNA Gallery?
Abbiamo fatto entrambe studi storico-artistici tra Bologna, Venezia e Torino, per poi sviluppare esperienze all'estero sia in ambito curatoriale, sia di galleria (Germania, USA, Francia). Siamo poi rientrate in Italia e a Piacenza e abbiamo sentito l'esigenza di dare vita al nostro progetto, dove cristallizzare la nostra visione e mettere a frutto le esperienze maturate negli anni. Nella gestione della galleria, abbiamo un forte approccio curatoriale. La missione è sempre stata quella di lavorare principalmente con artisti emergenti, molti dei quali negli anni sono cresciuti, godendo di un certo riconoscimento nazionale e internazionale. L'obiettivo è fornire uno spazio per la sperimentazione e il dialogo e introdurre collezionisti, curatori e il grande pubblico alle diverse forme di pratica artistica che, nella loro diversità, rappresentano la complessità della scena artistica contemporanea di oggi.
Da imprenditrici nel mondo dell’arte vi siete mai sentite discriminate o sottovalutate in quanto donne?
Oggi c'è molta  attenzione a pratiche imprenditoriali al femminile, anche nell'ambito del mercato dell'arte. Ci sentiamo valorizzate, ma non bisogna mai dare nulla per scontato.
Ad Artissima avete presentato un solo show di Valentina Furian, artista che ha conquistato anche il Premio VANNI occhiali. Cosa vi ha spinto a puntare solo su di lei per questa edizione?
Partecipiamo nella sezione Present Future, dedicata agli artisti under 40 che si stanno affermando come voci significative del presente, proiettate nel futuro, con un solo booth di Valentina. Il progetto è stato selezionato dai curatori della sezione Léon Kruijswijk e Joel Valabrega, siamo l'unica galleria italiana in sezione e Valentina è l'unica artista italiana. Questa partecipazione ci rappresenta molto, perchè incarna la crescita che UNA e Valentina hanno avuto insieme negli ultimi anni (abbiamo iniziato a lavorare insieme nel 2020), con lei si è proprio cristallizzata l'idea di crescere insieme e costruire "a braccetto" le rispettive carriere. Valentina ha realizzato un booth immersivo, con due grandi installazioni su plexiglass, un video a due canali e una selezione di disegni su carta e gelatina. Valentina è in un momento particolarmente felice della sua carriera, e abbiamo pensato (a ragion veduta;) che fosse giusto puntare su di lei:  Il premio NEW YORK, la residenza presso la Fundacio PROA a Buenos Aires, a mostra personale a XNL Arte a cura di Paola Nicolin, la partecipazione alla Biennale Gherdeina a cura di Lorenzo Giusti e Marta Papini e l'acquisizione da parte della GAMEC di Bergano. Poi quest'anno la personale alla Sandretto di GUarene, la Quadriennale di Roma, la Bienal Sur e tra gli upcoming una nuova partecipazione a Lo schermo dell'Arte e una residenza parigina a Cité des Arts. Dopo questa Artissima si aggiunge il premio VANNI Occhili e l'acquisizione del video Eclissi da parte del Castello di Rivoli, presentato per la prima volta presso XNL arte a Piacenza nella mostra a cura di Paola Nicolin
UNA Gallery rappresenta oggi soprattutto artisti emergenti senza includere figure storicizzate. Quali criteri guidano la selezione degli artisti e il vostro modo di accompagnarli nella crescita?
Gli artisti che collaborano con UNA lavorano con media eterogenei – video, pittura, sviluppando ricerche che indagano le questioni più urgenti del contemporaneo, come il rapporto tra l’uomo e la natura, le dinamiche di genere e femminismo contemporaneo, la diaspora culturale, l’incidenza esercitata dalle nuove tecnologie, Internet e IA, le problematiche relative alla produzione e trasmissione delle immagini, la nuova figurazione. Il filo conduttore tra gli artisti che lavorano con UNA è l’uso dell’installazione come esito privilegiato delle loro presentazioni in galleria. L’idea è stata, sin dal principio, quella di crescere insieme e costruire passo dopo passo un percorso condiviso.
Guardando al futuro, come immaginate l’evoluzione di UNA Gallery? Ci sono progetti, collaborazioni o nuove sfide che vi entusiasmano particolarmente?
Il 2025 ha segnato l’apertura della seconda sede a Milano, in via Lazzaro Palazzi 3, nell’ottica di un ampliamento della nostra rete di contatti e di visibilità. Nel 2026 vorremmo implementare la nostra presenza internazionale e concentrarci su progetti specifici con i nostri artisti… abbiamo in mente delle novità sfiziose… seguiteci per scoprirle ! 

 


 

Monica Trigona, 02 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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