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Arianna Antoniutti
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Cicli di affreschi, mosaici pavimentali, torri, cappelle, cupole e portali di chiese, il patrimonio storico artistico italiano è costituito, oltre che dalle opere mobili, da capolavori inamovibili che, dal 1992, sono al centro del programma Restituzioni monumentali. La prima edizione «Monumentale» ha visto, grazie all’intervento del Banco Ambrosiano Veneto (oggi confluito in Intesa Sanpaolo) il completamento del restauro degli affreschi del Cappellone del Presepe della Basilica di Santa Caterina a Galatina (Lecce). Da quel primo intervento, si sono succedute altre venti edizioni, sempre puntualmente documentate sul sito istituzionale restituzioni.com, con dettagliate schede di restauro e documentazione fotografica delle varie fasi dei lavori.
È il portale maggiore di San Marco a Venezia, l’opera scelta nel 1994 per l’azione di salvaguardia, in occasione del nono centenario dalla consacrazione della basilica. L’anno seguente, un importante lavoro conservativo ha restituito al Duomo di Vicenza venti dipinti, danneggiati nel 1944 da un bombardamento aereo. Nel 1996 si presenta il restauro degli affreschi di Giovanni Lanfranco della Cupola della Cappella del Tesoro di San Gennaro, fortemente alterati per la presenza di un fitto reticolo nero, dovuto al depositarsi dello sporco e del fumo delle candele nelle crettature dell’intonaco. È un restauro realmente monumentale, quello del 1998, eseguito sulla torre campanaria della cattedrale di Vicenza, con il consolidamento della struttura, il risanamento dei prospetti e dei locali interni. Erano in pessimo stato di conservazione le undici lastre in marmo, tardo-trecentesche, del Duomo di Monza che, per l’edizione del 1999, sono state restaurate e collocate nel rinnovato Museo del Duomo. Nel 2000, sono due le Restituzioni monumentali portate a compimento: una ha riguardato gli affreschi della cappella di San Giacomo nella basilica del Santo a Padova, realizzati fra il 1372 e il 1376 da Altichiero e Avanzo, l’altra, il grande manto musivo (oltre tre metri per due di estensione) del pavimento della Basilica di Aquileia. Il restauro e la pulitura sono stati seguiti dal consolidamento e dall’applicazione di un protettivo sintetico per il controllo della microflora del materiale lapideo. Un’altra torre, nel 2002, è stata oggetto di restauro: la Torre Civica di Bassano del Grappa, mentre, due anni dopo, IntesaBci (tra gli istituti che hanno dato vita al Gruppo Intesa Sanpaolo) ha sostenuto a Milano il Museo Poldi Pezzoli nel restauro dello Studiolo Dantesco: una vera e propria «camera del tesoro» per la raccolta e lo studio delle opere di arte applicata. Nello stesso anno, Restituzioni monumentali ha rivolto la sua attenzione anche al cortile d’onore della Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (Varese).
Il 2009 segna un traguardo importante: il raggiungimento dei vent’anni di attività del programma Restituzioni che, per quest’edizione speciale, ha affiancato il Ministero della Cultura nel restauro di una tra le più importanti pagine del Trecento italiano, gli affreschi giotteschi dell’Abbazia di Chiaravalle Milanese. Iniziato nel 2002 con finanziamenti pubblici, rischiava di rimanere inconcluso il recupero degli affreschi del tiburio dell’Abbazia, opera del cosiddetto Primo Maestro di Chiaravalle, e soprattutto di quelli del ciclo con le Storie della Vergine. I dati tecnici emersi dal lungo restauro, registrati attraverso centinaia di fotografie, hanno inoltre costituito un supporto per lo studio storico-artistico dell’opera, permettendo di ricostruire, attraverso l’osservazione diretta e ravvicinata, il modo di lavorare delle diverse maestranze attive nel cantiere.
Stefano Fiorentino e collaboratori, «Storie della Vergine», metà del XIV secolo, Abbazia di Chiaravalle, Milano (particolare durante i lavori; Restituzioni Monumentali 2009). Photo: Mauro Ranzani
La Restituzione monumentale del 2011 ha riguardato la cripta e la muratura ancora esistente dell’abside originaria della chiesa del complesso monastico di San Masseo in Assisi, antico complesso benedettino dell’XI secolo. Sono datati invece XVIII secolo gli arredi storici e le decorazioni dell’Appartamento dei Quadri Moderni, nel cuore di Torino, a Palazzo Reale, restaurati per l’edizione del 2012. L’appartamento fu realizzato dall’architetto Filippo Juvarra (1678-1736) per ospitarvi la biblioteca e gli archivi del sovrano. Grazie al grande cantiere di restauro del Palazzo Reale di Torino (2003-2009), la maggior parte degli Appartamenti Reali sono stati recuperati, riallestiti e riaperti al pubblico. Il cantiere è stato anche l’occasione per la riscoperta e la ricollocazione di molte notevoli opere relegate nei depositi fin dal secondo dopoguerra. A questo progetto di restauro a lungo termine, Intesa Sanpaolo nel 2009-2010 ha offerto il proprio contributo, permettendo l’intervento conservativo su poltrone, consolle, panche e sgabelli (tutti in legno intagliato, laccato e dorato), stoffe (baldacchino del letto, tappezzerie e tende), nonché alcuni scuri settecenteschi dipinti da Cignaroli. Due altrettanto preziosi e delicati manufatti sono stati al centro di Restituzioni monumentali dell’anno 2015: le vetrate del Duomo di Firenze, nel dettaglio, la vetrata dell’occhio di facciata, raffigurante L’Assunzione della Vergine, e di quella della bifora in asse con la cappella di San Mattia nella tribuna Nord, con le figure dei Profeti, eseguite rispettivamente nel 1404-1405 e nel 1441-1443, su disegno di Lorenzo Ghiberti. Sempre al 2015 si data la presentazione del progetto di restauro conservativo e allestimento museale di Casa Manzoni, l’edificio di cinque piani, a Milano, in cui lo scrittore abitò dal 1813 al 1873. I lavori di restauro hanno recuperato, nella loro integrità, i mobili e le suppellettili dello studio e dell’austera camera da letto di Manzoni.
L’organo della chiesa di San Giuliano, a Vicenza, è l’opera restaurata nell’edizione 2017, mentre è un restauro davvero monumentale, per il valore della tela e per le sue dimensioni, a segnare l’edizione del 2019. In occasione dei trent’anni di attività, Restituzioni ha restaurato la Cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese, imponente dipinto su tela (4,68x8,61 metri) ancora oggi conservato nel suo luogo originario, il refettorio del Santuario di Monte Berico a Vicenza. Il restauro del capolavoro, avviato nel 2019, solo rallentato dal periodo pandemico, si è concluso nel 2022. Nell’ambito del programma di attività collaterali dedicati alla tela del Veronese si sono svolti incontri di approfondimento, percorsi didattici e visite guidate al cantiere di restauro. Nel 2022 Restituzioni monumentali, per la prima volta a Roma, interviene su una scultura dal grande valore storico-artistico e insieme culturale e simbolico: la Madonna del Parto di Jacopo Sansovino conservata nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio. L’edizione del 2023 ha visto il restauro degli affreschi del Romanino nel presbiterio del Duomo Vecchio di Brescia, ritrovati nel 2018. Infine, il grande restauro monumentale presentato in occasione di Restituzioni 2025, è il lavoro di manutenzione straordinaria sugli affreschi nell’abside della chiesa di Santa Maria foris portas presso il Parco Archeologico di Castelseprio (Varese). Tra le più importanti testimonianze per lo studio dell’arte pittorica medievale lombarda, il ciclo di affreschi rappresenta scene dell’infanzia di Cristo con episodi, anche piuttosto rari, tratti dai Vangeli apocrifi. Il ciclo, di autore forse originario di Costantinopoli, ha una datazione controversa, compresa fra il VI e il IX secolo. L’intervento ha consentito una mappatura completa dello stato di conservazione delle pitture, una spolveratura e una pulitura a secco, oltre alla realizzazione di una dettagliata campagna fotografica. Intervenendo su opere mobili, fragili e di piccole dimensioni, oppure colossali e inamovibili, Restituzioni prosegue, di anno in anno, la sua missione di restaurare il passato, con lo sguardo rivolto al futuro.
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