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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliPossagno (Treviso). Del monumento in marmo di George Washington, opera di Antonio Canova commissionata nel 1816 dal Parlamento della Carolina del Nord per essere collocato nel Senato della capitale, Raleigh, e semidistrutto da un incendio nel 1831 esistono solo pochi frammenti, gelosamente custoditi dalla Frick Collection di New York.
A suggerire il nome del celeberrimo e ormai anziano sculture era stato Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, convinto che nessun artista americano dell’epoca sarebbe stato all’altezza del compito. Ma si sa che per Canova la realizzazione in gesso non era che l’esito finale di un lungo processo preparatorio, fatto di disegni, incisioni, bozzetti preparatori (in questo caso quattro) e infine il prezioso modello in gesso a grandezza naturale, materiali questi tutti conservati nella Gipsoteca di Possagno.
Il monumento a Washington fu terminato il 18 aprile del 1818. E proprio nella ricorrenza di questa data, lo scorso 18 aprile nella sede della Regione Veneto si è deciso di ricostruire il legame tra le due sponde dell’Atlantico.
Possagno-New York, andata e ritorno
Si comincia da New York, dalla Frick Collection, con la mostra «Canova's George Washington» allestita dal 22 maggio al 23 settembre 2018. Per l’occasione ha dichiarato Xavier F. Salomon, capo curatore dell'istituzione newyorkese e della mostra, è stata fatta la scansione dell’intero carteggio (200 lettere) intercorso tra Canova e il Parlamento di Raleigh.
Il ritorno a Possagno avverrà dal 10 novembre 2018 al 22 aprile 2019, tappa in cui la mostra sarà arricchita, ha precisato il curatore Mario Guderzo, di prestiti provenienti da Roma e da Nantes.
Promotrice dell’iniziativa la Regione Veneto nella persona dell’assessore alla cultura Cristiano Corazzari che vede in Canova un ambasciatore della cultura veneta nel mondo. Decisivo anche l’apporto della Venice International Foundation e Friends of Venice Italy Inc, presieduta da Franca Coin.

Antonio Canova, «George Washington», gesso, Gypsoteca Possagno. Foto Fabio Zonta
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