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Roberta Bosco
Leggi i suoi articoliData all’8 maggio 1970 l’atto notarile con cui Pablo Picasso donava alla città di Barcellona molte delle sue più significative opere giovanili, con sorpresa e disappunto delle autorità francesi.
Il lascito, che costituisce il nucleo centrale dell’attuale Museu Picasso (inaugurato nel 1963), fu compiuto in memoria del suo amico e fedele factotum Jaume Sabartés, e consisteva di 236 olii, 1.149 disegni, 17 album, 4 volumi con disegni e annotazioni e 40 opere di altri artisti. Ha ricordato il notaio Raimon Noguera: «Per molte ore Picasso scelse le opere ad una ad una con un’emozione a malapena trattenuta, e con una memoria prodigiosa identificava luoghi e persone che commentava con aneddoti e ricordi nitidi e precisi».
Fu proprio a Barcellona che il giovane e promettente artista si trasformò nel genio che cambiò il corso della storia dell’arte. Vi trascorse l’adolescenza e la gioventù ritornando in più occasioni fino al 1937, quando in seguito al colpo di stato di Franco si stabilì definitivamente in Francia dove rimase fino alla morte nel 1973.
Il culmine della celebrazione sarà il 18 dicembre, ricorrenza dell’inaugurazione delle nuove opere, che si svolse senza autorità poiché Picasso, per protesta contro le condanne a morte degli attivisti baschi del processo di Burgos contro l’Eta, decise di sospendere ogni manifestazione pubblica. La relativa mostra, curata dal direttore del museo Emmanuel Guigon e da Silvia Domènech, promette rivelazioni e nuove interpretazioni di quell’importante momento storico.
La prossima celebrazione sarà fondamentale per la crescita del progetto Picasso Oral Memory, che coinvolge vari musei internazionali nella creazione di un archivio di memoria orale su Picasso. Accoglierà anche le recenti interviste a persone che hanno avuto un rapporto diretto con la donazione e con la fondazione del museo.

La Meninas di Picasso al Museu Picasso di Barcellona


Picasso, l’autoritratto del 1896. Foto Gasull Fotografia (particolare). © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid 2020
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