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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliVenezia. Quarant’anni fa, il 18 settembre del 1977, moriva il conte Vittorio Cini. In suo onore il nipote Giovanni Alliata di Montereale ha posto una targa nella sala del Consiglio direttivo dell’Ateneo Veneto, con tele di Palma il Giovane, Francesco Fontebasso e Alessandro Longhi, restaurata nel 2012 a cura degli eredi.
Nel 1917 il conte Cini, insieme a Giuseppe Volpi, promosse in terraferma la creazione della zona industriale di Porto Marghera, di cui ricorre appunto il centenario, sottolineato da molte iniziative.
Non meno importanti i meriti di Cini in campo artistico. A lui si deve la collezione di arte ferrarese e toscana, un unicum nel panorama veneziano, collocata nel Palazzo Cini a San Vio, già sua abitazione privata.
Ferrarese di nascita, trasferitosi a Venezia dalla sua residenza nel castello di Monselice, dal 1981 di proprietà della Regione Veneto, sposò nel 1918 l’attrice Lyda Borelli, diva del cinema muto e grande interprete teatrale di Gabriele d’Annunzio, di cui è attualmente in corso, sempre a Palazzo Vio, una bella mostra a cura di Maria Idi Biggi, direttrice dell’Istituto di Storia del Teatro della Fondazione Giorgio Cini. Appunto la Fondazione Giorgio Cini, nell’isola omonima, è l’altro grande progetto di Vittorio. Fu istituita nel 1951 in ricordo del figlio primogenito Giorgio, tragicamente scomparso a causa di un incidente aereo.
Da allora è centro di ricerca internazionale per discipline sia scientifiche sia umanistiche. In particolare l’Istituto di Storia dell’Arte, attualmente diretto da Luca Massimo Barbero, per la sua straordinaria fototeca di opere d’arte e la sua ricca biblioteca, è un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli studiosi della storia dell’arte veneta.

La targa in onore del conte Vittorio Cini collocata nella sala del Consiglio direttivo dell'Ateneo veneto
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