Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliIl «Trittico della velocità» del 1925-27 con i pannelli sulla «Partenza», la vertiginosa «Corsa» e l’«Arrivo» è uno dei momenti più alti del pittore perugino Gerardo Pittori (1884-1977) e dell’aeropittura futurista, che visse la stagione d’oro negli anni Venti e Trenta del ’900. Il trittico e altri dipinti (come l’«Incendio della città», dalle fiamme a forma di triangoli) o un autoritratto dallo sguardo severo (con il volto tra curve collinari e geometrie semplificate) sono alcune delle opere accorpate sotto il titolo «I Dottori ritrovati» nel Museo civico Palazzo della Penna di Perugia. Massimo Duranti, studioso del pittore e del Futurismo, presidente e titolare degli Archivi Dottori, ritiene lo spazio oggi inadeguato e propone di spostare le opere nello storico cinema teatro (già Politeama) Turreno in piazza Danti, ora chiuso e in ristrutturazione. L’intervento, avviato dalla precedente Giunta comunale, richiederà qualche anno prima di terminare. Il tracciato è tutto da scrivere ma, in seguito a un sopralluogo estivo, la sindaca Vittoria Fernandi ha aperto le porte a suggerimenti dei cittadini. E lo storico dell’arte ha colto la palla al balzo e le ha presentato la sua idea.
Di proprietà del Comune, Palazzo della Penna è nel centro storico, non in alto ma sotto l’acropoli. «La raccolta Dottori è sacrificata nello scantinato, pur affrescato», ha scritto Duranti a fine agosto sul «Corriere dell’Umbria». A «Il Giornale dell’Arte» conferma: «La ristrutturazione del teatro è molto impegnativa. La precedente Amministrazione aveva approvato un progetto perché diventi un contenitore culturale polivalente, ma niente di preciso. Non potrà tornare a essere un cinema. La sindaca ha fatto capire che c’è molto da programmare. Da tempo cerco di far spostare le opere di Dottori da Palazzo della Penna: nel museo vanno poche persone, non ha flusso turistico e dopo il Covid-19 è in decadenza anche se l’assessore alla cultura e vicesindaco Marco Pierini sta cercando di rilanciarlo».
Duranti contribuì all’allestimento dei Dottori a Palazzo della Penna: «Io e gli archivi avevamo collaborato a titolo gratuito», ricorda. Le opere qui raccolte sono quasi una quarantina: alcune di privati, un paio della Regione, la maggioranza del Comune. «Sono in quattro sale, e alcuni disegni e documenti sono prestati da me. In più, anni fa creammo una piccola sezione sui futuristi umbri dove, oltre a video e una piccola biblioteca con i cataloghi sul pittore, ci sono opere di Alessandro Bruschetti (1910-80), Leandra Angelucci Cominazzini (1890-1981) e Giuseppe Preziosi (1895-1973). Ma lo spazio è piccolo, ha i soffitti bassi. Trovare un altro luogo in centro non è facile. Per questo ho suggerito il Turreno». Sulla carta adesso riesce però difficile immaginare il teatro adattato a luogo d’arte: «Oltre a una platea enorme ha due gallerie aperte, ribatte lo studioso. Un architetto capace può ricavare 200 metri quadrati per adattarli a museo. Il Guggenheim di New York, dove ho collaborato alla grande mostra sul Futurismo italiano del 2014, è a forma di ellisse e fanno mostre in continuazione con artifici allestitivi. O pensiamo a com’è il MaXXI di Roma. Non servono mille metri quadri... In più Palazzo della Penna nei depositi ha decine di artisti umbri: non sono certo Picasso o Guttuso ma hanno diritto di essere presentati».
Rimaniamo però su Dottori che, negli anni tra le due guerre, eseguì dipinti magistrali volando sul Trasimeno e sulle colline umbre. «Sono perfettamente d’accordo con Duranti, interviene Pierini. I Dottori a Palazzo della Penna sono sacrificati, l’ho segnalato più volte, i soffitti sono tropo bassi, non rendono giustizia alle opere». La proposta del Turreno? «È necessario pensare a una soluzione alternativa, risponde l’assessore, ma al momento appare prematuro impegnarsi su una specifica. Vanno valutate varie ipotesi, capendo anche se soltanto il Comune è interessato a un’idea di esposizione permanente o se dovremo e potremo coinvolgere altre raccolte pubbliche e private che arricchirebbero il nucleo originario».
Oltre al trasloco dei Dottori, Duranti aggiunge un’altra proposta: quella di allestire, quando il Turreno riaprirà, «un revival della serata futurista del 1914 nel teatro. Una delle memorabili serate di Filippo Tommaso Marinetti, con tanto di lanci di frutta e uova marce come voleva il fondatore del movimento, organizzata da Dottori e amici che erano un gruppo agguerritissimo. A documentare quella serata rimane un disegno dello stesso pittore...».
Disegno di Gerardo Dottori della serata futurista del 1914 al Teatro Turreno di Perugia, collocazione ignota. Courtesy Archivi Dottori
Altri articoli dell'autore
Lo riferisce un articolo di prossima pubblicazione sulla rivista accademica «Archeometry» dell’Università di Oxford, frutto di un lavoro di squadra: dopo aver esaminato alcuni campioni e confrontato i risultati con le banche dati, si è arrivati a supporre che l’evento ha avuto luogo tra i 4.200 e i 2.200 anni fa
«We Were Here», il documentario di Fred Kudjo Kuwornu presentato alla Biennale di Venezia del 2024, è in corsa per le nomination alle statuette di Los Angeles. «Nel ’500 e ’600 troviamo soggetti neri anche in dipinti di artisti famosi. Ho cercato di intercettare quel momento dell’Europa in cui la razza non era una categoria su cui costruire differenze o un’ideologia razzista», racconta il regista
Sei anni fa il critico d’arte insultò l’allora presidente di Italia Nostra, contraria al prestito al Louvre del foglio di Leonardo. Dopo sei anni la vicenda si chiude con scuse via social e «una stretta di mano a distanza»
Da un incontro di studi moderato da Andrea De Marchi è emerso che la riproduzione 1:1 dell’«Adorazione dei Magi» degli Uffizi, ora restaurata ed esposta nella Pinacoteca Molajoli, era stata commissionata nel 1927 a Umberto Giunti, allievo di un celebre falsario, non per essere venduta come originale, bensì per abbellire un palazzo


