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Vincent van Gogh, «La sedia di Van Gogh» (part.) © The National Gallery, London. Bought, Courtauld Fund, 1924

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Vincent van Gogh, «La sedia di Van Gogh» (part.) © The National Gallery, London. Bought, Courtauld Fund, 1924

Quella sedia è il testamento di Van Gogh

Dalla National Gallery di Londra alla Fondazione Magnani Rocca per la prima volta in Italia un dipinto icona del maestro olandese

Stefano Luppi

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Mamiano di Traversetolo (Pr). Fino all’8 dicembre la Fondazione Magnani Rocca espone uno dei capolavori più conosciuti di Vincent van Gogh, proveniente dalla National Gallery di Londra che da anni collabora con il museo parmense: si tratta de «La sedia», realizzata dal maestro olandese nel 1888 e definita dal curatore della Magnani Rocca Stefano Roffi «Non soltanto un’icona assoluta dell'arte mondiale, ma anche come a uno struggente testamento dell'artista, traccia eterna della sua disperata passione per la vita e per la pittura».
Il dipinto, eseguito durante il soggiorno del pittore ad Arles, in occasione del quale Van Gogh intendeva creare una comunità di artisti nella celeberrima «Casa gialla» di place Lamartine (distrutta nel giugno 1944 durante i combattimenti per la liberazione della città), venne concepito in contemporanea alla «Sedia di Paul Gauguin». È proprio attraverso il rapporto con Gauguin che si comprende l’assenza e al tempo stesso la presenza della vagheggiata collaborazione tra i due artisti, di fatto durata solo nove settimane: le tele rappresentano simbolicamente i ritratti intimi di un legame cercato, ma spesso impossibile. Il vuoto che occupa le sedute, infatti, può essere letto come simbolico del mancato dialogo e anche per questo la scena visiva è riempita da alcuni oggetti emblematici.

Vincent van Gogh, «La sedia di Van Gogh» (part.) © The National Gallery, London. Bought, Courtauld Fund, 1924

Stefano Luppi, 19 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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Quella sedia è il testamento di Van Gogh | Stefano Luppi

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