Rashid Johnson

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Rashid Johnson

Rashid Johnson, star della Post-black Art, da Hauser & Wirth

Nuove opere dell’artista americano tra dipinti, sculture e film in una mostra introspettiva ma che vuole coinvolgere attivamente anche lo spettatore

La galleria Hauser & Wirth propone, fino al 21 dicembre, i nuovi lavori di Rashid Johnson, artista concettuale originario di Chicago, classe 1977, una delle voci più influenti dell’arte contemporanea statunitense e associato alla Post-black Art.

Johnson è noto per esplorare temi legati all’identità e al dovere della memoria, all’integrazione e alla cultura afroamericana. La sua è un’opera polivalente. L’artista, che sperimenta diversi strumenti espressivi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’installazione, usa e mescola materiali non convenzionali, tra cui la cera, il burro di karité, la ceramica, le piante tropicali e il legno, che richiamano spesso elementi della cultura afroamericana.

Carl Andre e David Hammons sono parte delle sue fonti di ispirazione. Tra le sue opere più note si ricordano «The New Negro Escapist Social and Athletic Club (Thurgood)», una serie di fotografie del 2008 in cui l’artista riflette sull’identità e la mascolinità afroamericana, citando figure politiche e culturali del passato, e «Antoine's Organ», del 2016, imponente installazione, al contempo oggetto scultoreo e ambiente immersivo, composta da libri, piante, monitor e un pianoforte che viene suonato durante la performance.

La galleria di rue François 1er espone ora un corpus di nuovi lavori nella mostra dal titolo «Anima»: le serie pittoriche «Soul Paintings» e «God Paintings», frutto di un anno di ricerca e sperimentazione. La recente produzione riflette sull’interiorità e l’introspezione, temi sempre centrali nelle sue opere, ed esplora il concetto di animismo, credenza secondo la quale tutte le cose, incluse quelle inanimate, siano dotate di un’anima.

In questi dipinti torna anche l’elemento ricorrente della forma a mandorla, conosciuta come «vesica piscis», che, come spiega la galleria in una nota, Johnson utilizza sia nei «God Paintings» con un significato rituale e meditativo, sia nei «Soul Paintings» in una dimensione più biologica e rappresentativa. «Johnson sfrutta questi motivi evocativi per catturare ed esaminare il suo viaggio spirituale, si sottolinea, e la mostra invita gli spettatori a intraprendere il proprio». Oltre ai dipinti, il percorso include due nuove serie di sculture in bronzo, dalla superficie ruvida, lavorata grossolanamente, che mettono in evidenza l’attenzione dell’artista per la materia, ma anche il suo intervento manuale tramite una tecnica a cui ricorre da alcuni anni. In mostra è anche proiettato il suo ultimo film, «Sanguine», che esplora le relazioni di cura tra tre generazioni della sua famiglia: suo padre, sé stesso e suo figlio.

Luana De Micco, 09 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Rashid Johnson, star della Post-black Art, da Hauser & Wirth | Luana De Micco

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