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Un momento del restauro del Cavallo colossale di Antonio Canova

© Joan Porcel Studio-Ilaria Zago

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Un momento del restauro del Cavallo colossale di Antonio Canova

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Restaurato, il Cavallo colossale di Canova parte per Milano

Con un lavoro senza precedenti i duecento pezzi del corpo sono stati rimontati nell’ambito del programma «Restituzioni» di Intesa Sanpaolo. Il capolavoro figurerà nella mostra sul Neoclassicismo

Camilla Bertoni

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«Un restauro senza precedenti per dimensioni dell’opera e criticità del materiale». Così Andrea Rosignoli, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Verona, Vicenza e Rovigo, ha presentato il restauro del Cavallo colossale di Canova ai Musei Civici di Bassano del Grappa (Vicenza).

Nato come modello per la scultura equestre del re di Napoli Ferdinando I di Borbone, opera rimasta incompiuta, il Cavallo colossale di Canova era da decenni ridotto in frammenti, conservati tra le raccolte civiche di Bassano. Scultura in gesso, patinata a finto bronzo, tra le ultime realizzate dallo scultore tra il 1819 e il 1821, era giunta a Bassano per volere del fratello Giambattista Sartori Canova nel 1849 insieme alla collezione di gessi, monocromi, bozzetti e documenti canoviani: scampata ai bombardamenti, qui rimase esposta fino alla fine degli anni Sessanta quando, in occasione di importanti lavori di riallestimento, fu smontata e trasportata nei depositi con il progetto di trovarle una nuova collocazione.

Mentre la sola testa veniva recuperata e posta in esposizione dal 2000, per i circa duecento pezzi, che avevano subito nel tempo diversi danni,  prima d’ora la ricollocazione auspicata non è mai stata trovata così come non è mai stato possibile affrontare il modo per rimontarli. A ridare vita al cavallo colossale è stato il progetto promosso e organizzato dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa, in collaborazione con l’alta sorveglianza ai lavori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e il supporto della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia. Main partner dell’impresa è Intesa Sanpaolo nell’ambito del programma biennale «Restituzioni», dedicato da quasi quarant’anni a opere appartenenti al patrimonio artistico del Paese, e main sponsor Venice in Peril Fund, più recentemente impegnato anche in terraferma, che ha documentato tutta l’operazione in un videoreportage.

Il restauro è stato condotto dalla ditta Passarella Restauri: le analisi preliminari hanno evidenziato la presenza di materiali aggiunti al tempo del trasporto dal laboratorio di Canova a Roma a Possagno e poi a Bassano: i materiali incongrui, circa quattrocento chilogrammi di peso aggiunto al cavallo, sono stati rimossi. Si è passati poi alla complessa fase di riassemblaggio, mentre è stato progettato (da R.S. Ingegneria di Padova) il telaio metallico portante interno, antisismico, in grado di non gravare sulle zampe dell’animale. Il restauro è stato poi completato con la rifinitura degli stucchi e l’integrazione pittorica delle lacune della superficie ad acquerello e tempera.

«Il programma “Restituzioni” ha permesso di restaurare più di 2.200 opere del patrimonio italiano, ha dichiarato Silvia Foschi, responsabile Patrimonio storico artistico e Attività culturali della Direzione Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo: oggi condividiamo un intervento conservativo che si impone per la complessità e per la qualità del risultato raggiunto. Una vera restituzione, alla comunità, al territorio, al Paese». «Una vera sfida» per il restauratore Giordano Passarella, «un recupero del patrimonio italiano tra i più spettacolari e rilevanti degli ultimi anni, ha concluso Barbara Guidi, direttrice dei musei bassanesi, che rappresenta anche un momento unico di studio e conoscenza del metodo canoviano». La scultura sarà l’opera centrale attorno a cui si svolgerà dal 28 novembre la mostra «Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo» alle Gallerie d’Italia di Milano dove il Cavallo colossale sarà visibile per la prima volta di nuovo nella sua interezza. Alla fine della mostra, l’opera farà ritorno a Bassano tra le sale dei Musei Civici.

Un momento del restauro del Cavallo colossale di Antonio Canova. © Joan Porcel Studio-Ilaria Zago

Un momento del restauro del Cavallo colossale di Antonio Canova. © Joan Porcel Studio-Ilaria Zago

Camilla Bertoni, 12 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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