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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliProgettato dall’architetto Luigi Vietti e inaugurato nel luglio del 1954, fu denominato Teatro verde per due motivi: il contesto paesaggistico nel parco della Fondazione Cini di Venezia, con splendidi scorci sulla laguna, e il fatto che la struttura architettonica è compenetrata dal verde dei ligustri.
Già punto di riferimento per eventi di teatro, musica e danza, con la sua area di 4mila metri quadrati, una capienza di 1.500 persone e una perfetta visibilità da ogni posto a sedere, la struttura architettonica in anni recenti risultava alterata dal proliferare delle piante infestanti che sgretolavano i marmi, cui si erano aggiunte infiltrazioni d’acqua che rendevano inagibile la cavea sotterranea.
Da qui l’urgenza del restauro, avviato nel 2021 in collaborazione con l’Università Internazionale dell’Arte. «Un piano a lungo termine che abbiamo iniziato con determinazione e che porteremo alla conclusione nei prossimi anni», dichiara Renata Codello, segretario generale della Fondazione Cini. Si spera di riuscire a reperire i fondi per dotare il teatro di una copertura in modo da renderlo agibile tutto l’anno: il preventivo di spesa si aggira sui 4-5 milioni di euro.
Si è iniziato dalla disinfestazione e dalla sostituzione delle vecchie con nuove piante di ligustro. È in fase di attuazione anche un sistema di irrigazione a goccia, in modo non solo di risparmiare risorse idriche, ma anche di impedir loro di riversarsi sulle pietre danneggiandole. Intanto si programmano spettacoli dal vivo e online.
Veduta del Teatro verde alla Fondazione Cini di Venezia
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