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Riservato ai collezionisti purché ricchi

Riservato ai collezionisti purché ricchi

Gareth Harris

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Il museo Boijmans Van Beuningen progetta un ampliamento per opere private (e un porto franco)

Il Museum Boijmans Van Beuningen stabilirà un insolito precedente con un programma a pagamento per stoccare ed esporre opere d’arte di collezioni private. L’iniziativa è parte del Public Art Depot del museo olandese, una struttura di deposito aperto progettata dallo studio di architettura Mvrdv di cui è prevista l’apertura a fine 2018.

L’Amministrazione comunale di Rotterdam ha approvato il progetto alla fine del 2015. I collezionisti privati potranno prendere in affitto uno spazio deposito per un canone annuo compreso tra i 350 e i 400 euro. Con un supplemento di prezzo, il museo faciliterà i prestiti, fornirà relazioni di verifica sullo stato delle opere e altri servizi di gestione delle collezioni. I visitatori potranno ammirare la collezione del museo, insieme a quelle private, ma solo previo consenso del collezionista. Verranno concessi in affitto circa 1.600 metri quadrati, più del 10% della superficie del nuovo deposito.

Il direttore del museo, Sjarel Ex, dice di averne già parlato con più di 60 collezionisti europei e che sei di questi avrebbero già firmato. Sono anche in corso discussioni con i responsabili delle Dogane in merito all’insediamento di un porto franco all’interno del deposito. Alcuni lamentano questa tendenza verso l’abbattimento delle frontiere tra i settori non profit e privato. 

Adrian Ellis, direttore di Aea Consulting, dice: «Tutto ciò sembra parte della confusione del mondo dell’arte che notiamo in molti altri contesti nei quali i programmi dei curatori non sono altro che pretesti o sembrano semplicemente sottomessi alle valutazioni commerciali di collezionisti privati e venditori». Sebbene Ellis non ritenga un problema l’affitto di spazi deposito o far pagare diritti per la conservazione, «permettere la visita delle collezioni private che vi sono immagazzinate è più problematico».

Stichting De Verre Bergen, un fondo di investimento di Rotterdam con finalità sociali, contribuirà con 20 milioni di euro al budget complessivo del progetto di 52,3 milioni di euro. Il resto arriverà da biglietti di ingresso, canoni di affitto ed enti locali, che parteciperanno con 2,5 milioni di euro a copertura dei costi operativi annui.

Sjarel Ex dice che verranno prese misure per evitare potenziali conflitti di interessi. I collezionisti partecipanti dovranno essere approvati dallo staff del museo e si dovranno impegnare a mantenere le collezioni nel sito per almeno 5 anni. Il collezionista di Bruxelles Alain Servais dice: «Per il museo, questa iniziativa consente di prendere molti piccioni con una fava. Fornisce finanziamenti privati a un’iniziativa pubblica, le consente di condividere i costi gestionali e avvicina i collezionisti privati al museo, il che dovrebbe incoraggiare le donazioni. Il deposito delle opere sta diventando un serio problema per i collezionisti, con soluzioni né semplici, né a prezzi ragionevoli».

Per Ex, la partnership con i collezionisti è secondaria rispetto all’obiettivo principale di permettere al pubblico di verificare in che modo il patrimonio culturale sia mantenuto e conservato. Egli dice che i visitatori del deposito da 14mila metri quadrati complessivi potranno «guardare da dietro le spalle degli specialisti e quello che vedranno non sarà “definitivo”, ma in perenne trasformazione. Questi spazi saranno laboratori, infrastrutture di ricerca e “camere del tesoro”». Ci sarà un caffè e un parco di sculture sulla terrazza all’ultimo piano. 

I responsabili del museo hanno sviluppato l’idea del deposito dopo che i vecchi depositi si sono trovati a rischio di inondazione. La collezione del museo, forte di 145mila pezzi, spazia dall’Alto Medio Evo ai giorni nostri e comprende opere di Rembrandt e Van Gogh. 
Ex si augura che il progetto inneschi un dibattito su come e perché i musei continuino ad acquisire opere, la maggior parte delle quali rimane nascosta al pubblico. Soltanto una frazione degli oggetti nelle collezioni pubbliche emerge dai depositi. Solo l’8% delle opere del Boijmans, per esempio, vengono correntemente esposte. Lo stesso vale per il Louvre di Parigi, che espone 38mila opere su una collezione che in totale ne conta 460mila.

Lo Schaulager di Basilea, costruito su incarico della Fondazione Laurenz dallo studio di architettura Herzog & de Meuron come «un magazzino per il libero deposito di arte contemporanea», potrebbe essere visto come un predecessore del concetto del Public Art Depot. Ma Ex rifiuta questa definizione, sottolineando che lo Schaulager, inaugurato nel 2003, è accessibile solo su appuntamento e ha una collezione di gran lunga inferiore. «Per la prima volta, ovunque nel mondo, l’intera collezione di un museo sarà accessibile al pubblico», dice del deposito di Rotterdam.

 

Gareth Harris, 03 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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