Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Nicoletta Biglietti
Leggi i suoi articoliLunedì 16 giugno alla Pinacoteca di Brera è stata presentata la seconda tappa del roadshow della 18ma Quadriennale d’Arte, in programma a Palazzo delle Esposizioni di Roma da ottobre 2025 a gennaio 2026. L’evento fa parte del tour promozionale che sta attraversando l’Italia per anticipare temi, idee e protagonisti della prossima edizione della storica rassegna dedicata all’arte contemporanea italiana. Dopo Milano, il percorso proseguirà toccando alcune delle più importanti istituzioni culturali italiane: il 13 settembre il Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao di Gibellina, sede della Fondazione Orestiadi; il 18 settembre le Gallerie d’Italia di Napoli; infine, il 26 settembre, La Vaccheria a Roma. Ogni appuntamento è pensato come un’occasione di dialogo tra il presidente della Quadriennale, i curatori dell’edizione 2025 e l’istituzione ospitante, sotto la conduzione di Nicolas Ballario, giornalista e divulgatore d’arte, che accompagna il pubblico lungo questo percorso da Nord a Sud. Durante la tappa milanese sono intervenuti Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, Andrea Lombardinilo, presidente della Quadriennale, e Francesco Stocchi, curatore di una delle cinque sezioni del progetto curatoriale dell’edizione 2025, con la moderazione di Ballario. Al centro della conversazione il ricordo di Luca Beatrice, anima del progetto, e il ruolo della Quadriennale come istituzione e motore culturale nel panorama artistico italiano. Angelo Crespi ha ricordato con commozione come l’idea del road show fosse proprio di Luca Beatrice, con cui condivideva un’amicizia trentennale. «Non è una commemorazione - ha precisato - ma il compimento di un’idea nata dalla sua visione: portare la Quadriennale fuori da Roma, farla conoscere e raccontarla in luoghi significativi per l’arte contemporanea italiana». Ha poi sottolineato quanto le Quadriennali, nel corso della storia, abbiano segnato gusti, tendenze e trasformazioni del linguaggio artistico, citando come esempio emblematico la figura di Renato Guttuso. Il direttore ha concluso manifestando l’attesa collettiva per l’annuncio ufficiale degli artisti e per l’inaugurazione della mostra.

Francesco Stocchi

Angelo Crespi
A prendere la parola è stato poi Andrea Lombardinilo, attuale Presidente della Quadriennale, che ha voluto rendere omaggio al lavoro di Beatrice, sottolineando come fosse stato chiamato a dare forma e struttura a un’istituzione così rilevante. Pur non avendolo conosciuto di persona, Lombardinilo ha raccontato di starlo «scoprendo ora, attraverso i suoi testi, le testimonianze di chi l’ha frequentato e i segni evidenti che ha lasciato nel progetto in corso». Ha poi riflettuto sul peso della responsabilità che comporta rappresentare la Quadriennale, soprattutto in vista del suo centenario nel 2026, e ha ricordato i numeri straordinari che l’istituzione ha generato in quasi un secolo di storia. Il presidente ha anche approfondito il senso della missione della Quadriennale, così come delineato dallo statuto, mettendo l’accento sull’importanza delle sinergie con fondazioni, associazioni culturali e università. Ha poi presentato il tema della prossima edizione, «Fantastica», pensata da Beatrice come una piattaforma per valorizzare artisti affermatisi tra il 2000 e il 2025, con una spiccata attenzione al loro posizionamento internazionale «Fantastica» è infatti un titolo che contiene molteplici livelli di lettura: è un aggettivo, un’esclamazione, ma anche un verbo. «Fantastica è l’arte, nella sua capacità di dischiudere nuovi orizzonti, a tutte le latitudini e in tutte le epoche», ha dichiarato Lombardinilo. «Un’atmosfera che parla di stupore, speranza e freschezza. L’arte contemporanea è una risorsa essenziale, un modo per osservare il mondo attraverso angolature inattese, perdersi e ritrovarsi». Il Presidente ha inoltre ricordato come accanto alla sezione contemporanea, sarà presentata una grande mostra storica, «I giovani e i maestri. La Quadriennale del ’35», curata da Walter Guadagnini e realizzata in collaborazione con l’Archivio e la Biblioteca della Quadriennale. L’esposizione proporrà una selezione di opere già presentate nella Quadriennale del 1935, definita la più importante mostra d’arte italiana degli anni Trenta. Un evento che riunì pittori e scultori di diverse generazioni, con opere emblematiche spesso realizzate appositamente per l’occasione.

Francesco Stocchi_Andrea Lombardinilo_Nicolas Ballario_Angelo Crespi.jpg

Andrea Lombardinilo
Infine è stato fatto un breve accenno al progetto curatoriale dell’edizione 2025 che si articola in cinque sezioni, ognuna affidata a un curatore di rilievo: Luca Massimo Barbero firma una riflessione sull’autoritratto contemporaneo, a partire dalla frase «La mia immagine è ciò da cui mi faccio rappresentare: l’autoritratto. Il cibo, i gatti, la palestra, me stesso, i viaggi e vari ammennicoli»; Francesco Bonami propone «Memoria piena. Una stanza solo per sé», un progetto fatto di tante piccole mostre dentro la grande mostra, costruita a partire dall’idea che la memoria del curatore, a settant’anni, sia ormai «pienissima»; Emanuela Mazzonis di Pralafera firma «Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo?», una riflessione sulla fotografia italiana dal 2000 al 2025, e sull’impatto che l’inflazione iconografica ha sul nostro modo di percepire il mondo; Francesco Stocchi propone una mostra volutamente senza titolo, che rinuncia a una tematica unificatrice e si presenta come uno spazio libero per interpretare il presente; e infine, Alessandra Troncone cura «Il corpo incompiuto», incentrata su opere che mettono al centro il corpo – umano, animale, meccanico – come forma narrativa e politica. In chiusura, il pensiero è tornato a Luca Beatrice, con una frase tratta da un suo testo: «L’arte non deve dimostrare nulla. Non ha vincoli strutturali, non deve reggersi in piedi come un edificio. Può permettersi tutto: il sogno, l’intuizione, la libertà. È una categoria di pensiero autonoma, una forma che può scavalcare la realtà e costruirne di nuove». A intervenire è stato poi Francesco Stocchi, curatore di una delle cinque sezioni della mostra. Ha raccontato di non aver conosciuto inizialmente Beatrice, ma di averne subito colto la chiarezza di visione e di metodo. «La Quadriennale è un’istituzione “antica”, complessa- ha detto - è insieme mostra e archivio, un dispositivo ibrido e prezioso. È una delle poche istituzioni al mondo che propongono una vera ricognizione dell’arte nazionale». Ha ricordato come Beatrice avesse fissato dei parametri precisi, ma ampi, «come parentesi all’interno delle quali muoversi liberamente», offrendo a ciascun curatore una cornice chiara, ma non costrittiva. «I nostri approcci sono stati tutti diversi – ha aggiunto – ma questa pluralità di voci è esattamente ciò che restituirà un’immagine complessa, varia e totale della creatività italiana». Stocchi ha anche ricordato il valore delle passate edizioni, soffermandosi in particolare su quella del 1931, con una sala dedicata a Medardo Rosso, che segnò un momento di consacrazione per l’arte italiana in chiave internazionale. «L’intento di Beatrice era chiarissimo: costruire un bilancio, ma anche un racconto, dei venticinque anni che vanno dal 2000 a oggi, restituendo la vitalità dell’arte italiana nel suo divenire». L’appuntamento, dunque, con la 18ma Quadriennale d’Arte è fissato da ottobre 2025 a gennaio 2026 a Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il 25 giugno, alla presenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli, saranno annunciati i cinquanta artisti selezionati. Nel frattempo, il roadshow proseguirà il suo percorso nelle principali istituzioni culturali italiane, anticipando temi e approcci della prossim
Altri articoli dell'autore
Al St. Regis Florence l’arte diventa esperienza sensoriale con «The Art of Frescoes in Florence»: un tour esclusivo, disponibile da giugno 2025, tra affreschi nascosti, storia e bellezza rinascimentale
Dal 23 maggio al 28 settembre 2025, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia ospita la mostra “Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi”
In occasione di Art Basel, l’artista svizzero torna nella sua a Basilea con «Lautlos». Le sue opere esplorano il silenzio come forma di presenza, attraverso nature morte emotive e figure sospese tra memoria e transitorietà
Il maestro della Transavanguardia porta a Bologna un intenso dialogo tra pittura e ceramica. Nella mostra «Attraverso il fuoco, dentro il segno» le opere fondono materiali e significati, trasformando ogni pezzo in un racconto visivo vibrante e profondo