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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliUna mostra al Vittoriano per annunciare il suo nuovo destino: il Monumento a Vittorio Emanuele II non sarà più parte del Polo Museale del Lazio, retto da Edith Gabrielli, ma avrà autonomia scientifica, finanziaria, contabile e amministrativa.
È questo uno dei tasselli della riforma delle Soprintendenze approntata dal ministro Bonisoli, intervenuto alla conferenza stampa della mostra «Lessico italiano. Volti e storie del nostro Paese», aperta fino al 2 ottobre in ambienti adibiti a mostre temporanee del monumento intitolato alle glorie del Risorgimento.
Opere e oggetti antichi e contemporanei (da un codice miniato della Divina Commedia a lavori di Ontani, Plessi, Boetti e Paladino) illustrano i valori simbolo dell’Italia, centrati, secondo il ministro, nei concetti di «unità, solidarietà e comune appartenenza».
La nuova strada prevista per il monumento progettato da Giuseppe Sacconi, visitato annualmente da 3 milioni di visitatori e sede, tra l’altro, del Museo del Risorgimento, va tuttavia in direzione opposta a quella che la riforma bel Mibac, approntata da Alberto Bonisoli, destina al Parco Archeologico dell’Appia Antica, per cui è prevista una rivoluzione all’insegna del centralismo: non più autonomia per la grande area archeologica della Regina Viarum, come sancito da una legge del 2016 dell’allora ministro Franceschini, ma rinnovata integrazione nella Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma.

Il complesso del Vittoriano
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