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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliCon «Desperate men, men with broken teeth and broken minds and broken ways», dal 5 aprile al 31 maggio, Goshka Macuga inaugura la sua prima mostra personale presso la galleria Vistamare di Milano, presentando una nuova serie di opere che esplorano il fragile equilibrio tra distruzione e rinascita. L’indagine artistica di Macuga si muove in un territorio di tensione tra il documento storico e la narrazione speculativa, evocando una condizione di precarietà universale. Il titolo stesso della mostra, tratto dall’immaginario brutale e poetico di Charles Bukowski, suggerisce una riflessione sulla vulnerabilità umana e sulla possibilità di resistenza. Nelle sue tele, trasfigura il paesaggio in uno spazio di rovine dove le tracce del tempo si manifestano sotto forma di superfici erose, fratture e segni di un passato in disfacimento. La materia pittorica si fa testimone del collasso e della trasformazione, traducendo il tema dell’entropia in una grammatica visiva di grande impatto emotivo. Figure isolate emergono da questi scenari desolati, presenze silenziose che incarnano la lotta per la sopravvivenza e la possibilità di un nuovo inizio.
Macuga si confronta con la pittura attraverso un approccio multidisciplinare, ereditando dalla sua pratica installativa la capacità di costruire racconti stratificate e complessi. Il suo lavoro, radicato in un’attenta ricerca archivistica, mette in discussione la storiografia ufficiale e le dinamiche del potere, ponendo interrogativi sulle strutture che determinano il nostro rapporto con la memoria collettiva. La mostra si inserisce all’interno di un percorso che ha visto l’artista polacca, di base a Londra, esporre in istituzioni internazionali di prestigio, dalla Fondazione Prada al New Museum di New York, dalla Kunsthalle Basel alla Tate Britain. Con questa nuova serie, Macuga riafferma il suo interesse per le intersezioni tra arte, politica e storia, offrendo una riflessione acuta e attuale sulle fragilità del nostro tempo. L’esposizione presso Vistamare è un’immergersione nell’universo poetico e inquietante di un’autrice che continua a ridefinire i confini della rappresentazione e della narrazione visiva.