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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliSiracusa. Sabato scorso la nostra giornalista e storica dell’arte Silvia Mazza ha chiuso la mostra-concorso fotografico «Ognina a Siracusa, paesaggio costiero ed entroterra», promossa dallo Studio legale Giuliano di Siracusa (studio legale di Legambiente Sicilia), che era stata inaugurata, presso la Galleria Roma-Fototeca Siracusana, in Ortigia il primo ottobre da Valentino Parlato, tra i fondatori del Manifesto.
Durante l’evento sono stati premiati ex aequo Lorenzo Attardo, Vittorio Bellanich e Ranieri Meloni. Ai partecipanti al concorso, per il 60% di età inferiore ai 20 anni, a dimostrazione del grande interesse suscitato dal tema tra le nuove generazioni, è stato chiesto di proporre un racconto fotografico di tre immagini che raccontassero la bellezza del paesaggio tra Ognina e Fontane bianche, la sua unicità, i cambiamenti naturali e quelli indotti dall’uomo. Un'area di centoquarantotto ettari di terreno, una volta e mezzo il centro storico di Ortigia, dove era prevista la realizzazione di un grande resort e di un campo da golf che avrebbero modificato definitivamente le caratteristiche di quel luogo.
Della Giuria tecnica hanno fatto parte, insieme alla nostra giornalista, tra gli altri, da Marco Pierini, storico dell'arte e direttore della Galleria Nazionale dell'Umbria; Roberto Masotti, fotografo di arti performative; Franco Blandi, Roberto Collovà, Peppe Maisto, Emanuela Bezzi, fotografi di architettura e del paesaggio; Teresa Cannarozzo, docente di Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Palermo; Giuseppe Lago, psichiatra, fondatore e direttore dell'Istituto Romano di Psicoterapia Psicodinamica Integrata; Beatrice Basile, archeologa, fino al 2015 soprintendente ai Beni culturali di Siracusa.
Se il tema specifico del concorso è venuto, nel frattempo, a decadere per l’abbandono del progetto del megaresort, Silvia Mazza ha sottolineato che, cionondimeno, resta la validità e opportunità temporale del concorso, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica su un’area ancora minacciata da altre iniziative di tipo speculativo e, più in generale, sul territorio siracusano dall’inestimabile patrimonio culturale e paesaggistico. E questo perché, ha detto la nostra giornalista autrice di un’inchiesta sul caso della sospensione dell’allora soprintendete Basile e dei trasferimenti di altri dirigenti dello stesso istituto: «la situazione resta delicata perché gli strumenti di tutela del territorio sono ancora “deboli”. A cominciare dal Piano Paesaggistico che tutela il tratto costiero oggetto di questo concorso, che, adottato nel 2012, ancora non è stato approvato, benché l’iter amministrativo sia stato avviato il 10 febbraio scorso e sia già stata, quindi, superata la scadenza dei 150 giorni previsti entro cui doveva essere discusso in sede di Osservatorio Regionale del Paesaggio». «Quali sono le ragioni e le responsabilità di questo ritardo?» si è chiesta la Mazza. Interrogativo che ha posto anche per l’altro strumento di tutela, il Parco Archeologico della Neapolis che «non è ancora vigente, in quanto il decreto del 3 aprile 2014 ne ha solo individuato l’area che lo separa dal resto del territorio sottoponendolo a una disciplina d’uso specifico». La giornalista, infine, ha spiegato che «serve introdurre presso l’opinione pubblica una corretta percezione di entrambi gli strumenti, con cui si supera, infatti, la rigida logica vincolistica in favore della progettazione di uno sviluppo sostenibile e durevole del territorio, secondo una visione dinamica e non più statica, la quale, in particolare col parco archeologico e la sua prevista autonomia finanziaria, introduce pure “sani” valori economicistici applicati al patrimonio culturale».
A tenere alta la soglia di attenzione anche la stessa Basile, che ha precisato che: «Il Piano Paesistico non è vigente, perché non approvato; sono solo in vigore le norme di salvaguardia, e lo saranno fino a quando il piano sarà approvato, dopo la discussione in sede di Osservatorio; fase durante la quale tutto può accadere. Quanto al parco archeologico, il preteso decreto istitutivo, per un'incredibile insipienza del dirigente assessoriale che l'ha redatto, è risultato essere nient'altro che un decreto di perimetrazione. Peraltro del tutto inutile perché la perimetrazione non richiedeva un apposito decreto ma aveva un suo proprio iter già formalmente concluso. Quindi la tutela prevista dal parco è in realtà del tutto inefficace».

L'uomo cosciente, una delle fotografie vincitrici

Il suono della natura, una delle fotografie vincitrici

Il boato del mare, una delle fotografie vincitrici

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