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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliA volte la storia si racconta da sola. Altre volte, servono il velluto rosso di una manica consolare, l’oro brunito di un sigillo imperiale o il legno pieghevole di un letto da campo per farla rivivere. È il caso dell’asta che Sotheby’s presenterà il prossimo 25 giugno a Parigi, dedicata alla leggendaria collezione di Pierre-Jean Chalençon: una delle più vaste e articolate raccolte napoleoniche mai apparse sul mercato, frutto di quarant’anni di studio, passione e instancabile ricerca. La vendita, preceduta da due mostre a Hong Kong (23–27 maggio) e New York (5–11 giugno), proporrà al pubblico oltre cento lotti tra mobili imperiali, argenti, porcellane, manoscritti, dipinti, abiti e cimeli personali appartenuti a Napoleone Bonaparte, ai suoi familiari e alla cerchia più ristretta dell’Impero.
«Da maestosi emblemi del potere imperiale a ricordi profondamente personali, questa collezione fa rivivere la straordinaria complessità dell’eredità di Napoleone: la sua visione, la sua ambizione e il suo fascino intramontabile. Poche collezioni sono riuscite così bene a catturare sia il mito che l'uomo» ha commentato Marine de Cenival, responsabile del dipartimento argenti di Sotheby’s Parigi.

Outfit del re di Roma stimato tra 50mila e 80mila euro. Courtesy Sotheby’s
Tra gli highlight, l’iconico bicorno indossato «en bataille» dall’imperatore (stima: 500mila–800mila euro), simbolo visivo per eccellenza della figura napoleonica, donato al generale Mouton dopo la battaglia di Essling. Di toccante intimità è invece il codicillo olografo redatto da Napoleone a Sant’Elena, in cui dispone gli ultimi beni a favore dei suoi fedelissimi (stima: 300mila–500mila euro). Altissimo il valore simbolico di oggetti come la spada cerimoniale dell’incoronazione a Notre-Dame (Boutet, Versailles) e il sigillo personale in oro e ebano, sottratto a Waterloo e successivamente donato al maresciallo Blücher. Esemplari unici che fondono storia, arte e leggenda. Non mancano opere pittoriche di grande rilievo, come lo studio di François Gérard per il ritratto ufficiale dell’incoronazione (circa 300mila), o la tela malinconica di Paul Delaroche, «Napoleone a Fontainebleau» (1848), che ritrae l’imperatore piegato dalla sconfitta. Toccanti anche i cimeli più personali: la manica di un abito consolare macchiata di salsa, conservata per un secolo dal sarto Chevallier (20mila–30mila euro), o un set di abiti infantili del «Re di Roma», figlio tanto atteso da Napoleone e Maria Luisa d’Austria (50mila–80mila euro).

Gran Croce della Legion d’Onore stimata tra 150mila e 200mila euro
La collezione restituisce la narrazione completa del mito napoleonico, dalla gloria imperiale alla solitudine dell’esilio. Oggetti che non sono solo reliquie, ma veri frammenti di romanzo storico: dalla toeletta di Giuseppina al documento religioso di matrimonio e al cofanetto che un tempo conteneva gli atti ufficiali del divorzio imperiale. Sotheby’s ha scelto di presentare questa collezione come un tributo all’uomo e al mito. E lo fa con rigore museale e accenti quasi teatrali, costruendo un percorso espositivo che unisce estetica, simbolismo e cronaca. Come ha sottolineato Louis-Xavier Joseph, responsabile del dipartimento mobili europei di Sotheby’s Parigi:«La collezione Chalençon riflette circa quattro decenni di appassionata attività di collezionismo, studio, ricerca e instintiva competenza. Rappresenta una straordinaria sintesi della storia napoleonica, unendo grandi simboli storici a cimeli intimi che offrono uno sguardo commovente sulla vita personale e la visione di uno dei personaggi più iconici della storia».
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