Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Alberto Giacometti, «Grande tête mince»

Sotheby’s

Image

Alberto Giacometti, «Grande tête mince»

Sotheby’s

Sotheby’s punta all’aggiudicazione record per una scultura di Giacometti

Il 13 maggio 2025, a New York, la Modern Evening Auction è guidata da «Grande tête mince», stimata 70 milioni di dollari ed emblematica della poetica dello scultore svizzero

Davide Landoni

Leggi i suoi articoli

Nel 1950, dopo anni a esplorare il potenziale creativo delle figure allungate, declinando il corpo umano in varie dimensioni e sfumature, Alberto Giacometti decise di provare qualcosa di nuovo. In luogo di soggetti ideali e senza nome, e dunque senza un diretto riferimento con la realtà, l'artista sente la necessità di ricominciare a lavorare con modelli dal vivo, e commistionare la sua scultura con un tocco di pittura. Da queste due necessità nasce «Grande tête mince», opera del 1955 che raffigura il fratello Diego, le cui fattezze guadagnano ulteriore intensità emotiva dall'intervento pittorico finale. Tradizione esistenzialista, svolta artistica, legame fraterno. Tre elementi che rendono l'opera, pezzo forte dell'asta serale di arte moderna di Sotheby's del 13 maggio (stima superiore ai 70 milioni di dollari), uno dei più rari e potenti bronzi di Giacometti mai passati all'asta.

Giacometti vede e rappresenta l'uomo scarno, scarnificato, provato da un'esistenza che percepisce vuota ma allo stesso tempo lo schiaccia, lo costringe a una condizione di eterna rincorsa e inarrivabile serenità. Per questo i suoi ritratti sono rigidi, fissi, immobili, affrante e isolate dallo spazio che in negativo sembra emergere attorno ad esse. Un'eco chiara e concisa delle istanze filosofiche che si sono susseguite per tutto il Novecento, da Nietzsche a Sartre, secolo del disincanto, del fallimento di ideali e speranze. Un modo di intendere l'umanità che l'artista non tradisce neppure riferendosi al fratello minore, anch'esso scultore, con cui condivise uno studio a Parigi per gran parte della vita, che ritrasse per la prima volta nel 1914 senza più smettere. Come se seguitando a concentrarsi ossessivamente su una singola figura, Giacometti pensasse di raggiungere l'immagine universale dell'uomo.

Come tentò di fare anche in «Grande tête mince», dove a parire dai lineamenti di Diego - lo sguardo intenso, il naso all'insù, le labbra carnose e la fronte alta con una folta chioma - Alberto diede il via al suo processo creativo fatto di interventi minuziosi, realizzati con le mani e il coltello, finalizzati a modellare il bronzo in modo che di fronte la testa apparisse innaturalmente stretta, ma di profilo fosse complessa e frastagliata. Di nuovo la vita che comprime, che ingabbia l'uomo nei suoi vincoli e ne altera la conformazione, esteriore e interiore. Come a controbilanciare questa estrema rimodulazione formale, Giacometti scelse di applicare uno strato pittorico alla scultura, così da intensificarne il realismo. Si tratta dell'unico esemplare di questo tipo dipinto a mano.

Una serie di fattori che evidenziano la qualità dell'opera, certificata anche da provenienza e storia espositiva. Nel 1956 «Grande tête mince» è stata infatti in mostra alla Biennale di Venezia, e poi alla Fondation Maeght dal 1964 al 1980. Successivamente è stata acquistata dall'attuale proprietario oltre 40 anni fa proprio dalla Galerie Maeght, ancora oggi il principale mercante che si occupa dei lavori di Giacometti. Esposta da Sotheby's New York dal 2 maggio fino al giorno della vendita, l'opera, già una delle opere più potenti e profonde della carriera dell'artista, potrebbe diventare anche una delle più preziose. Se «L'homme au doigt» (141 milioni di dollari) sembra irrangiubile, «L'homme qui marche I» (103 milioni di dollari), «Chariot» (100 milioni di dollari) e «Le Nez» (78 milioni di dollari) sono invece obiettivi plausibili nella rincorsa, tutta a favore degli appassionati, ai primi posti nella classifica di vendita dell'autore svizzero.

Alberto Giacometti, «Grande tête mince»

Alberto Giacometti, «Grande tête mince»

Davide Landoni, 22 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Ben 20 gallerie sudcoreane partecipano alla fiera che nel 2023 è stata acquisita dal colosso Frieze

Dagli affreschi a tema scientifico ai bronzetti nelle nicchie: i tesori dello Stanzino si riprendono il loro posto

Dodici artisti contemporanei riflettono su come la tecnologia interviene sul corpo umano e sull'ambiente in cui si muove

In asta online fino al 24 aprile 2025, il cimelio è destinato a superare, nella classifica dedicata, proprio un'altra maglia di Bryant

Sotheby’s punta all’aggiudicazione record per una scultura di Giacometti | Davide Landoni

Sotheby’s punta all’aggiudicazione record per una scultura di Giacometti | Davide Landoni