Emily Sharpe
Leggi i suoi articoliI misfatti ai danni del patrimonio artistico e religioso di cui si stanno rendendo protagonisti i fondamentalisti dell’Is in Medio Oriente hanno indotto alcuni deputati del Parlamento britannico a una campagna per una maggiore collaborazione tra i Governi occidentali e il mondo dell’arte nella lotta al traffico illecito di reperti, che secondo molti esperti è una delle forme di finanziamento del movimento islamico (insieme a petrolio e rapimenti). A capo dell’iniziativa, che la House of Commons discuterà nelle prossime settimane, c’è Robert Jenrick, ex direttore da Christie’s, sostenuto da altri membri delle Camere e da Philip Hammond, segretario di Stato agli Esteri. Jenrick, che intende promuovere innanzitutto un’applicazione più rigida delle leggi in materia già esistenti, nel frattempo ha preso contatti anche con alcuni politici del Congresso Usa, per allargare la base di sostegno al progetto. «Stiamo assistendo alla maggiore minaccia al patrimonio artistico dai tempi della seconda guerra mondiale. Un vero assalto alle fondamenta stesse della civiltà e della cultura, perpetrato con bulldozer e bombe e ostentato a tutto il mondo sui social network». Nel frattempo lo stesso Congresso sta valutando un progetto di legge per impedire l’ingresso nel territorio statunitense di oggetti trafugati in Siria e scoraggiare in tal modo il commercio dei reperti.
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