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Stupinigi: è toccato al re

Barbara Antonetto

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A distanza di un anno dall'inaugurazione dell’Appartamento della regina (cfr. n. 366, lug.ago. ’16, p.26) al percorso di visita della barocca Palazzina di caccia di Stupinigi, una delle Residenze Sabaude meglio conservate, si aggiunge l'Appartamento del re che riapre dopo 13 anni al termine di un restauro anch’esso gestito dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni artistici e culturali di Torino con la supervisione della Soprintendenza.


Capolavoro di Filippo Juvarra cui si deve, oltre che il progetto architettonico dall'originale pianta a croce di sant'Andrea, anche la regia delle decorazioni disegnate fin nei minimi particolari, la Palazzina appartiene alla Fondazione Ordine Mauriziano. Nel 1988 è stato avviato un piano di recupero complessivo dell'edificio, delle decorazioni e dei giardini sostenuto principalmente dalla Fondazione Crt cui va il merito di avere ad oggi finanziato lavori per quasi 20 milioni di euro (cfr. n. 354, giu. ’15, p.23).


Nei cinque ambienti che compongono l'Appartamento del re (anticamera, camera da letto, nella foto, gabinetto da toeletta, piccola galleria e salotto) sono stati restaurati tutti gli apparati decorativi fissi (i dipinti murali, tra cui le Storie di Diana affrescate da Michele Antonio Milocco sulla volta della camera da letto, le sovrapporte di Domenico Olivero, le boiserie lignee, le porte decorate da Giovan Francesco Fariano, gli scuri delle finestre con paesaggi e scene di genere di Scipione Cignaroli, le carte da parati, le tappezzerie in seta, i pavimenti in seminato alla veneziana e i camini in marmo) e alcuni beni mobili: tra i tanti pezzi di ebanisteria piemontese del Settecento, di particolare pregio il pregadio di Pietro Piffetti.

Barbara Antonetto, 07 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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Stupinigi: è toccato al re | Barbara Antonetto

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