Tre opere di Christine Sun Kim: da sinistra, «Prolonged Echo» (2023), «Long Echo» (2022) e «Cues on Point» (2022)

Foto: Oliver Ottenschläger. Cortesia dell’artista, Secession, François Ghebaly Gallery e White Space

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Tre opere di Christine Sun Kim: da sinistra, «Prolonged Echo» (2023), «Long Echo» (2022) e «Cues on Point» (2022)

Foto: Oliver Ottenschläger. Cortesia dell’artista, Secession, François Ghebaly Gallery e White Space

Sun Kim e il potere della comunicazione non verbale

Al Whitney Museum la prima grande retrospettiva dell’artista californiana è un invito a riconsiderare il ruolo del suono nella società

Esplorare suono e linguaggio attraverso la cultura dei non udenti. Al Whitney Museum di New York, «Christine Sun Kim: All Day All Night», la prima grande retrospettiva dell’artista nata in California nel 1980 e di base a Berlino si apre l’8 febbraio (fino a luglio). La mostra raccoglie circa 90 opere dal 2011 ad oggi e presenta disegni, pitture murali site specific, dipinti, installazioni video e sculture. 

Sun Kim, che è sorda dalla nascita, utilizza i suoni, il linguaggio e i sistemi della comunicazione, dando vita a opere che sono poetiche, ironiche e politiche e che riescono a coinvolgere più sensi. La sua arte approfondisce le complessità della comunicazione e mette in luce le esperienze della comunità dei non udenti, denunciandone la marginalizzazione sistemica e le barriere all’accessibilità. Allo stesso tempo, il lavoro di Sun Kim celebra la ricchezza della cultura e dell’identità dei sordi nonché l’importanza della comunità e della famiglia e invita gli spettatori a riconsiderare il ruolo del suono nella società. Nelle sue opere l’artista incorpora la scrittura musicale, infografiche, American Sign Language (Asl) e inglese scritto per esplorare questioni di accessibilità, identità e appartenenza

Il rapporto di Kim con il Whitney risale agli anni tra il 2007 e il 2014, quando l’artista ha lavorato come educatrice e consulente per il museo, contribuendo a sviluppare il programma Whitney Signs, una serie di tour guidati dall’Asl. Nel 2018 il museo ha esposto un suo murale, seguito dalla partecipazione alla Whitney Biennial nel 2019. La mostra è allestita su tre piani del museo: all’ottavo, documentazioni sulle prime performance sperimentali dell’artista sono accostate a opere più recenti come «Ghost(ed) Notes» (2024), un grande murale che esplora il valore sociale del suono. Disegni e installazioni video affrontano i traumi legati ad artificiali gerarchie nei sistemi di comunicazione e la relazione con la comunità. Il terzo piano si concentra sull’eco, fenomeno che l’artista esplora sia concettualmente sia in riferimento al segno Asl per eco: il grande murale «Prolonged Echo» (2023) avvolge lo spettatore con spesse linee nere ondulate, offrendo una potente rappresentazione visiva della sensazione dell’eco che viene messa in relazione con l’esperienza di Kim nella navigazione del mondo uditivo. I disegni che accompagnano il murale aggiungono livelli di risonanza visiva ed esperienziale. Al piano terra, una stanza visitabile gratuitamente ospita opere che esaminano l’intersezione tra Asl e cultura dei non udenti, come la scultura cinetica interattiva «Attention» (2022), creata con l’artista Thomas Mader, che utilizza appendici a forma di braccio alimentate da ventilatori per simulare il modo in cui nella cultura dei sordi l’attenzione viene veicolata attraverso i gesti delle mani, sottolineando il potere della comunicazione non verbale

Maurita Cardone, 21 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Sun Kim e il potere della comunicazione non verbale | Maurita Cardone

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