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‘The Vanderbilt Sapphire’, Tiffany & Co., Exceptional sa

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‘The Vanderbilt Sapphire’, Tiffany & Co., Exceptional sa

Tra i gioielli Vanderbilt all’asta brilla un raro zaffiro del Kashmir da 42,68 carati (stima: 1,5 milioni di dollari)

Il 10 novembre Phillips presenta a Ginevra una raccolta di capolavori di Cartier e Tiffany appartenuti alla famiglia Vanderbilt

Bianca Cerrina Feroni

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Il 10 novembre Phillips presenta a Ginevra una raccolta di capolavori di Cartier e Tiffany appartenuti alla famiglia Vanderbilt. L’appuntamento segna anche il debutto, per il settore dei gioielli, del Priority Bidding, il sistema che premia le offerte anticipate.

Rinasce l’interesse per la Belle Époque, quella stagione irripetibile tra arte, letteratura, scienza e costume che fece di Parigi il cuore culturale del mondo, oggi raccontata anche dalla mostra in corso a Palazzo Blu a Pisa. A conferma di questa rinnovata attenzione, Ginevra mette all’onore i fasti di quell’epoca con un’asta che presenterà i tesori della storica famiglia Vanderbilt: capolavori di Cartier e Tiffany & Co. appartenuti a Gladys Moore Vanderbilt, contessa Széchényi, ultima erede di una dinastia che nell’America del Gilded Age fece del collezionismo e dell’eleganza un tratto identitario.

A guidare la vendita, il celebre “Vanderbilt Sapphire”, un raro zaffiro del Kashmir da 42,68 carati, di un intenso “Royal Blue” - tra i colori più rari al mondo - , montato da Tiffany & Co. e incastonato in un raffinato motivo traforato belle époque con diamanti a taglio «vecchia miniera». Alice Gwynne Vanderbilt lo donò alla figlia Gladys quando sposo il conte ungherese Laszlo Széchényi e da allora non ha mai lasciato la famiglia. Tra gli altri lotti spiccano una spilla Cartier proveniente da una tiara del 1908, un fermaglio a fiocco di smeraldi e diamanti, un necessaire Cartier inciso con il monogramma di Gladys Vanderbilt e un orologio da viaggio “8 Days”, che può funzionare per otto giorni consecutivi senza essere ricaricato – una vera innovazione per l’epoca. Dodici in tutto, questi oggetti raccontano un’idea di lusso fondata sull’eccellenza dell’artigianato e sulla fiducia nel progresso tecnico e nell’elaborazione di un gusto nuovo.

Ma la vendita ginevrina non guarda solo al passato. È anche uno dei primi test del nuovo sistema di partecipazione “Priority Bidding”, introdotto da Phillips lo scorso settembre: una formula che premia chi presenta offerte scritte almeno 48 ore prima della vendita, con una riduzione del 4% sui diritti d’acquisto fino a 850.000 euro. Il meccanismo, ideato dal CEO Martin Wilson, punta a rendere le aste più dinamiche, stimolando l’impegno anticipato dei collezionisti e offrendo maggiore visibilità ai venditori. Sperimentato per la prima volta a Londra in una vendita di opere di David Hockney, il sistema ha registrato un incremento del 37% nelle offerte anticipate e un tasso di aggiudicazione del 95%. Per il settore dei gioielli, da sempre sospeso tra emozione e investimento, l’esperimento ginevrino rappresenta un banco di prova significativo: innovazione digitale e fascino storico si incontrano, in un’asta che mette in dialogo la memoria della Belle Époque con le nuove dinamiche del mercato globale.

 

Bianca Cerrina Feroni, 09 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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