Sono circa 200 le opere provenienti dalla collezione «Elenk’Art» della famiglia Galvagno, una delle più importanti in Sicilia, che sono esposte a Palazzo Sant’Elia dal 23 novembre al 31 marzo 2025 nella mostra «Pinakothek’A. Da Cagnaccio a Guttuso da Christo e Jean-Claude ad Arienti». La passione per il collezionismo di Francesco Galvagno gli è stata trasmessa dal padre Antonino, fondatore dell’azienda di famiglia la «Elenka», nata nel 1959 e specializzata in prodotti per la gelateria e la pasticceria. Fu proprio il capostipite che per primo iniziò a collezionare opere d’arte che costituiscono il primo nucleo della raccolta, in particolare dipinti di artisti siciliani della fine dell’Ottocento. Quando alla fine degli anni Ottanta entra in azienda, il figlio Francesco approfondisce la conoscenza dell’arte contemporanea e dei suoi protagonisti, dando un respiro più internazionale alla collezione e interessandosi alle nuove generazioni di artisti italiani, condividendo la passione per il collezionismo con la moglie Silvia. Tra le iniziative dei Galvagno «Don Nino Mind Food», spazio culturale ed espositivo nato nel 2023 che unisce pasticceria e arte contemporanea.
Le opere in mostra a Palazzo Sant’Elia sono frutto di una selezione curata da Sergio Troisi e Alessandro Pinto su oltre 400 opere, in particolar modo dipinti esposti solitamente nella sede dell’azienda, tra uffici, direzione, sale riunioni e spazi comuni, e consentono di ripercorrere le principali vicende dell’arte del ’900, fino alla stretta attualità. Il periodo tra le due guerre è rappresentato da opere di Cagnaccio di San Pietro, Donghi, Marussig, Tozzi, Carrà, Pirandello e Mafai. Di Renato Guttuso sono esposti 18 lavori, tra cui due studi per la «Fuga dall’Etna» e la «Crocifissione», due grandi bozzetti per la «Battaglia di Ponte Ammiraglio» e altri dipinti degli anni Cinquanta e Sessanta; l’astrazione italiana del dopoguerra è rappresentata da Accardi, Sanfilippo, Consagra, Turcato, Dorazio, Perilli e Guerini, mentre l’Astrazione informale da dipinti di Afro, Vedova, Santomaso, Corpora e Birolli. Per l’Informale europeo sono esposte opere di Hartung e Mathieu. Gli anni Sessanta e Settanta sono rappresentati da lavori di Novelli, Del Pezzo, Pascali, Castellani, Bonalumi, Vasarely, Nigro, Vigo, Varisco, Rotella, Baj, Adami, Ontani e Isgrò. Christo è presente con due grandi progetti per l’installazione «The Umbrellas». Il ritorno alla pittura negli anni Ottanta è testimoniato dalle opere di Chia, Germanà e dagli esponenti della cosiddetta Officina San Lorenzo. La scena italiana degli ultimi anni vede esposte opere di Arienti, Bertozzi & Casoni, Presicce, Bazan, De Grandi, Di Marco, Di Piazza, Franzella, Longo, Beninati, Buglisi, Iudice e Lauretta. La mostra è accompagnata da un catalogo Kalòs edizioni che riunisce l’intera collezione.