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Una veduta di Dunsany Castle

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Una veduta di Dunsany Castle

Turismo consapevole a Dunsany Castle tra natura, storia e letteratura

Il maggior progetto privato di «rewilding ecologico» dell’Irlanda in un maniero abitato dalla stessa famiglia, i Plunkett, da sette secoli. I visitatori vi sono accolti ed accompagnati in un percorso di scoperta

Gaspare Melchiorri

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In Irlanda, nella contea di Meath, a soli 45 minuti da Dublino, Dunsany Castle e la sua tenuta di 600 ettari sono al centro di una nuova visione. La tenuta, di proprietà della famiglia Plunkett da sette secoli, ora, sotto la guida di Randal Plunkett, 21mo barone di Dunsany, sta predisponendo per sé un nuovo futuro.

Dal 2014 oltre 280 ettari di terreno agricolo sono stati restituiti alla natura nell’ambito del più grande progetto privato di rinaturalizzazione d’Irlanda: dove un tempo i campi ospitavano il bestiame ora sorgono alberi di quercia. Sono tornate le zone umide e il ronzio degli insetti, il movimento delle mandrie di cervi e il richiamo degli uccelli riempiono spazi un tempo silenziosi. E questo ritorno della natura è diventato una forte attrattiva per un turismo evoluto, consapevole e senza fronzoli, bilanciato dall’antica storia del castello.

«Il turismo ci ha intercettati per caso, con sempre maggior interesse per la storia del “rewilding” ed è stato molto interessante vedere come si sono evolute le cose», afferma Randal Plunkett.

A differenza di molte proprietà storiche che sono destinate unicamente alle visite guidate, Dunsany Castle continua ad essere abitato. Plunkett, però, ha deciso di aprirlo, accogliendo piccoli gruppi o visitatori singoli, accompagnandoli spesso personalmente in un emozionante percorso di scoperta dell’eredità letteraria e architettonica del castello.

I visitatori si trovano così ad attraversare stanze ricche di storia e di memorie, molte delle quali legate a Edward Plunkett, coetaneo di William Butler Yeats e pionieristico autore di testi fantasy nei primi anni del Novecento come The Gods of Pegāna (Gli dèi di Pegana) (1905), che ha influenzato profondamente scrittori come Lovecraft e Tolkien. A rendere coinvolgente e realistica l’esperienza contribuisce, inoltre, l’assenza di elementi digitali e di cordoni che impediscono l’accesso ad alcune aree. «Questo percorso è qualcosa di unico e coinvolgente ed ha anche una valenza educativa. Dimostra, inoltre, che l’Irlanda non è verde solo in una brochure, ma lo è anche nella realtà».

Ciò che distingue Dunsany è che il suo progetto di rewilding non è ornamentale, ma ecologico. I terreni sono stati sottratti alla produzione agricola e la natura è stata lasciata tornare alla sua condizione ottimale.

«All’inizio le visite erano soprattutto di gente del luogo, o con un interesse scientifico o di conservazione. Ora i visitatori arrivano da tutto il mondo e sono persone che desiderano qualcosa di autentico. E mentre il castello attrae soprattutto gli appassionati di storia, l’area verde restituita alla natura attira coloro che sono alla ricerca, per così dire, di un restauro di sé stessi, oltre che dei luoghi che visitano. Molte sono anche le persone che cercano un modo per disintossicarsi dal mondo digitale e vogliono farlo riconnettendosi con la natura», continua Plunkett.

Dunsany non rientra in un modello di turismo classico. Non ci sono caffè, né negozi di souvenir, né infrastrutture di autobus turistici.  

«Il progetto è apprezzato da viaggiatori in cerca di qualcosa di autentico e con un ritmo più lento. Persone attratte da qualcosa di essenziale e da uno stile di vita più vicino alla natura. Molte sono vegane o davvero attente alle tematiche ambientali. Eppure, non si tratta di un fenomeno di nicchia. Il profilo dei visitatori è cambiato ed è davvero internazionale», conclude Plunkett.

Un cervo nella tenuta di Dunsany Castle

Gaspare Melchiorri, 26 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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