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Durante la presentazione alla stampa è stato proiettato il video in cui una sorridente Koyo Kouoh illustrava il suo progetto per la Biennale Arte 2026

Photo Andrea Avezzù. Courtesy of La Biennale di Venezia

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Durante la presentazione alla stampa è stato proiettato il video in cui una sorridente Koyo Kouoh illustrava il suo progetto per la Biennale Arte 2026

Photo Andrea Avezzù. Courtesy of La Biennale di Venezia

Una Biennale di Venezia in tonalità minori

Sarà il team di Koyo Kouoh a curare la 61ma Esposizione Internazionale d’Arte (9 maggio-22 novembre 2026) che, secondo le parole della direttrice scomparsa «si fonderà su una profonda fiducia negli artisti quali interpreti essenziali della condizione sociale e psichica»

Una Biennale che parli sottovoce, seguendo le tonalità minori, una Biennale «In Minor Keys». Così l’avrebbe voluta Koyo Kouoh, la direttrice designata della 61ma edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia che si terrà dal 9 maggio al 22 novembre 2026. L’edizione che lei stessa avrebbe dovuto presentare il 20 maggio scorso. La risposta alla sua improvvisa scomparsa, avvenuta il 10 maggio, è stata data oggi 27 maggio, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Venezia, segnata da una grande partecipazione emotiva: pur gravata da un grande dolore e un grande vuoto, la sua Biennale, dunque, si farà e sarà la sua squadra a portare a compimento il suo progetto. Un progetto a cui aveva lavorato fin da subito, da quel 17 ottobre in cui il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco le aveva assegnato l’incarico, formalizzato il 5 novembre e annunciato alla stampa il 3 dicembre scorso. A portarlo a conclusione sarà il team composto dalle advisor Gabe Beckhurst Feijoo, Marie Helene Pereira e Rasha Salti, l’editor-in-chief Siddhartha Mitter e l’assistente Rory Tsapayi

Lei, Koyo Kouoh, è apparsa nel video che doveva costituire la sua presentazione: un grande sorriso sul volto, l’espressione di felicità e orgoglio per l’incarico che le era stato assegnato. «In pieno accordo con la famiglia di Koyo Kouoh e con il suo team, ha spiegato Buttafuoco, la Biennale di Venezia ha deciso di realizzare la sua Mostra. Lo farà secondo il progetto così come ideato e definito da lei, anche per preservare, valorizzare e diffondere il più possibile le sue idee e il lavoro svolto con dedizione fino all’ultimo». E per spiegare chi era Koyo Kouoh, Buttafuoco ha raccontato della sua gentilezza d’animo, quella che le ha fatto chiedere al Presidente che le stava affidando la direzione della prossima edizione, quasi sottovoce come la sua Biennale, se poteva dirlo almeno a sua madre, senza timore di violare la riservatezza che le era stata inizialmente chiesta. 

Un progetto che Koyo Kouoh ha fatto in tempo a definire nel suo testo teorico, nella partecipazione degli artisti e delle opere, nell’identità grafica della mostra e nell’architettura degli spazi espositivi. La sua Biennale sarà «un’invocazione a rallentare il passo e a sintonizzarsi sulle frequenze delle tonalità minori, ha letto Rasha Salti citando le parole di Koyo Kouoh. Perché, sebbene spesso siano sommerse dalla cacofonia ansiogena del caos che imperversa nel mondo, la musica continua. I canti di chi genera bellezza nonostante la tragedia, le melodie dei fuggitivi che riemergono dalle rovine, le armonie di chi ripara ferite e mondi». La sua Biennale sarà quella della tonalità minore, che «in musica evoca stati d’animo, il blues, il call-and-response, la morna (il genere musicale tradizionale delle Isole di Capo Verde, Ndr), la second line, il lamento, l’allegoria, il sussurro, ha letto Marie Helene Pereira. Le tonalità minori rifiutano il fragore orchestrale e le marce militari dal passo cadenzato, e prendono vita nei toni sommessi, nelle frequenze più basse, nei mormorii, nelle consolazioni della poesia; tutti varchi di improvvisazione verso l’altrove e l’altrimenti. Le tonalità minori richiedono un ascolto che interpelli le emozioni e che, a sua volta, le sostenga. Le tonalità minori sono anche isole minori: mondi in mezzo agli oceani»

«Questi sono gli indizi di una mostra, ha continuato la lettura del testo curatoriale Gabe Beckhurst Feijoo, che invita ad ascoltare i segnali persistenti della terra e della vita, in connessione con le frequenze dell’anima. La 61ma edizione della Biennale Arte si fonda su una profonda fiducia negli artisti quali interpreti essenziali della condizione sociale e psichica, nonché catalizzatori di nuove relazioni e possibilità». 

L’insieme, nelle parole lette da Siddhartha Mitter, promette di essere una mescolanza di «coesione e dissonanza alla maniera di un ensemble di free jazz». Senza voler essere né «una litania di commenti sugli eventi mondiali, né un atto di disattenzione o di fuga dalle crisi complesse, propone una riconnessione radicale con l’habitat naturale e il ruolo originario dell’arte nella società: quello emotivo, visivo, sensoriale, affettivo e soggettivo», un antidoto «all’appiattimento causato dalla “missione civilizzatrice”», dove «il tempo perdurante del capitale e dell’impero ha denigrato come chimere i saperi locali, indigeni e terrestri». Del resto, «francamente sono stanca, scriveva Koyo Kouoh, la gente è stanca, siamo tutti stanchi, il mondo è stanco, anche l’arte stessa è stanca, e forse è arrivato il momento, abbiamo bisogno di altro, bisogno di guarire, di ridere, di stare con la bellezza, tanta, di giocare, di stare con la poesia, di stare di nuovo con l’amore, di ballare, fare e dare cibo, riposare e ristorarci, respirare, ritrovare la radicalità della gioia».

Ma per conoscere tutti i dettagli del progetto, l’elenco degli artisti, l’identità grafica, l’allestimento e la lista dei Paesi partecipanti, bisognerà attendere la presentazione che si terrà a Venezia mercoledì 25 febbraio 2026. Partner ufficiale ed esclusivo per le prossime tre edizioni della Biennale Arte (2026, 2028, e 2030) sarà la Maison Bulgari.

I curatori della 61ma Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Photo Andrea Avezzù. Courtesy of La Biennale di Venezia

Camilla Bertoni, 27 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Una Biennale di Venezia in tonalità minori | Camilla Bertoni

Una Biennale di Venezia in tonalità minori | Camilla Bertoni