Luca Scarlini
Leggi i suoi articoliIl tardo Medioevo fu l’epoca dei tessuti più clamorosi: drappi magnifici, intessuti d’oro e d’argento, che dall’Oriente all’Occidente erano ricercatissimi, quali simboli di bellezza e di potere, come ben riassumeva la notevole, recente mostra «Tessuto e ricchezza nel Trecento» alla Galleria dell’Accademia di Firenze.
Ignazio del Punta e Maria Ludovica Rosati ripercorrono, invece, in un bel volume edito da Maria Pacini Fazzi, il destino specialissimo di Lucca, che intorno al suo prestigio tessile costruì la fortuna di una città, in Italia e in Europa. Frammenti di quelle ricchissime produzioni brillano nelle collezioni del Bargello e nel Musée de Tissus di Lione, città gemella in terra di Francia. Gli autori, con l’ausilio di un ricco apparato iconografico, ben ricostruiscono la relazione, profondissima, tra un luogo e la sua attività principale.
Vengono alla luce nomi e fatti, di genealogie mercantili avventurose: niente era mai abbastanza bello, le materie giungevano dentro la cerchia murata della città da luoghi incommensurabile distanza. Nei quadri e negli affreschi brillano le stoffe magnifiche, come il blu profondissimo che adorna la «Maestà» di Ambrogio Lorenzetti. Tra statuti di antichi ordini e corporazioni, immagini di opere pittoriche, e notizie di viaggi, scorre una analisi puntuale di un sistema di creazione della bellezza, che portò il nome di Lucca ai quattro angoli del mondo.
Lucca una città di seta. Produzione, commercio e diffusione dei tessuti lucchesi nel tardo Medio Evo, di Ignazio del Punta e Maria Ludovica Rosati, 334 pp., ill., Maria Pacini Fazzi Edizioni, Lucca 2017, € 45,00
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