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Una veduta del Museo Fortuny a Venezia di Massimo Listri

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Una veduta del Museo Fortuny a Venezia di Massimo Listri

Una giornata di festeggiamenti per i cinquant’anni del Museo Fortuny

Domani, 10 giugno, Palazzo Pesaro Orfei apre le porte (gratuitamente) al pubblico con un programma ricco di eventi e un percorso arricchito da opere inedite, proiezioni d’archivio e, nel pomeriggio, musica dal vivo

Alessia De Michelis

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Prima studio e poi casa, dal 1902, del designer Mariano Fortuny (Granada, 1871-Venezia, 1949), Palazzo Pesaro Orfei, a Venezia, fu donato al Comune nel 1956, ma divenne museo aperto al pubblico solo nel 1975, dopo la morte della consorte Henriette Negrin nel 1965.

Cade dunque quest’anno il cinquantesimo anniversario del Museo Fortuny, che ha deciso di festeggiarli domani, 10 giugno, con una giornata ricca di eventi e un percorso arricchito da opere inedite, proiezioni d’archivio e, nel pomeriggio, musica dal vivo

L’istituzione è anche riflesso della missione di Fondazione Musei Civici, di cui fa parte: non si tratta solo di un luogo di culto e una casa-museo, ma di un organismo vivo, dove storia e modernità si incontrano e raccontano la vicenda di una coppia che ha saputo trasformare la creatività in impresa, la ricerca in uno stile, il laboratorio in poesia. 

Tra le attività in programma, saranno proiettati film in formato Pathé Baby, di edizione e amatoriali girati da Mariano e Henriette in persona, tornati alla luce grazie al riversamento digitale eseguito dal laboratorio La Camera Ottica dell’Università di Udine e dall’Archivio RI-PRESE, nell’ambito del progetto Ininfiammabile promosso da Fondazione di Venezia, Fondazione M9 e Fondazione Iuav. Nel pomeriggio, tre momenti per la proiezione dei filmati d’autore, accompagnati da improvvisazioni sonore dal vivo di Sofia Pozdniakova ed Emanuele Wiltsch Barberio.

Inoltre, il percorso espositivo vedrà oggetti e documenti d’archivio che, per fragilità e delicatezza, non sono solitamente esposti e, per la prima volta, alcuni manufatti di recente acquisizione che fanno ritorno nel luogo dove sono stati creati, finora noti solo tramite documentazione fotografica.

A testimonianza delle ricerche e delle sperimentazioni effettuate da Fortuny per l’ideazione di processi produttivi e pattern, che hanno lasciato un segno importante nella moda italiana, il pubblico avrà l’opportunità di ammirare alcuni katagami, stencil giapponesi realizzati con carta Washi finemente intagliata, volumi sulle antiche tecniche di stampa, ricettari presenti nella sua biblioteca privata e le cinque copie anastatiche di brevetti che svelano l’innovazione fortunyana nel campo del tessile.

Alla coppia, infine, sarà dedicato il ciclo di conferenze «Eternità e impermanenza. Segno, traccia e archetipo nell'opera di Mariano e Henriette Fortuny» in programma tra l’autunno del 2025 e la primavera 2026.

Una fotografia d’archivio con Delphos e Knossos, il celebre abito e lo scialle in seta disegnati da Fortuny

Alessia De Michelis, 09 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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